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Politica | 01 febbraio 2017, 17:37

Ventimiglia: incontro tra religioni oggi pomeriggio “Si può dialogare se si conosce bene la propria religione" (Foto e Video)

Il tema "Misericordia e famiglia" è ispirato al titolo del primo libro della collana dal titolo, "il Padre Misercordioso" nel quale un laico, un ebreo, un cristiano e un musulmano si “incontrano” nel commento agli stessi versetti tratti dal testo sacro di una delle loro tradizioni.

Si svolge oggi, nella Sala Polivalente della Chiesa di Sant’Agostino a Ventimiglia l'incontro interreligioso "Misericordia e famiglia".

Sono presenti: il vice Sindaco Silvia Sciandra, il Vescovo Mons. Antonio Suetta, Abd al Ghafur Masotti, responsabile per il Dialogo Interreligioso della COREIS Italiana e Fiorella C. Capasso, presidente della Comunità Laici Missionari Cattolici di Genova.

L'incontro fa parte di un percorso di quattro appuntamenti, a cadenza mensile, organizzati sullo spunto dei temi trattati nella nuova collana, “Punti di Incontro” pubblicata dalla casa editrice cattolica Il Messaggero di Padova, nella necessità di promuovere la formazione e l’educazione interculturale e la sensibilizzazione alla convivenza e far emergere alcuni contenuti e valori condivisi da religioni e culture differenti per sciogliere pregiudizi strumentali a creare dissensi e agevolare l'accoglienza e l'integrazione.

Il tema "Misericordia e famiglia" è ispirato al titolo del primo libro della collana dal titolo, "il Padre Misercordioso" nel quale un laico, un ebreo, un cristiano e un musulmano si “incontrano” nel commento agli stessi versetti tratti dal testo sacro di una delle loro tradizioni. “Si tratta del primo di una serie di 7 libri, dedicato al ‘Padre misericordioso’, un nuovo titolo della parabola del ‘figliol prodigo’. Nel libro ci sono rappresentanti dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islam che sono io oltre ad un medico laico, che commentano questo celebre passo del Vangelo”. Lo ha detto in apertura dell’incontro Abd al Ghafur Masotti, responsabile per il Dialogo Interreligioso della COREIS Italiana, con il quale abbiamo parlato dell’importanza del dialogo interreligioso anche nel ventimigliese in questi anni: “E sicuramente importante, magari per risolvere determinati fatti come quelli dell’immigrazione servono altri spunti, ma è sempre positivo. Può essere anche un valore aggiunto, che non risolve tutto ma costituisce una buona base di partenza”. E’ importante parlarne per il timore di quella islamica in questi ultimi tempi: “Si può dialogare se si conosce bene la propria religione. In questo modo si è forti di determinate convinzioni della propria fede e si è pronti a mettersi in gioco per cercare di capire l’altro, in questo caso l’Islam. In questi ultimi anni è sempre oggetto di cronaca, ma non è sempre colpa dell’Islam ma dell’interpretazione molto distorta di questa religione, che in realtà non ha nulla a che vedere con la violenza, il sangue o la sopraffazione”.

Il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Suetta ha così commentato: “Si tratta di un incontro significativo e di grande attualità. La ragione è sotto gli occhi di tutti, visto che Ventimiglia è una città toccata dal fenomeno migratorio, ma non solo per questa ragione. Ventimiglia in realtà si è dimostrata all’altezza di città di frontiera anche in questa circostanza, dimostrando una capacità di accoglienza, attenzione e convivenza pacifica, nonostante le inevitabili criticità. Un convegno come quello di oggi, che vada oltre la contingenza del problema profughi e si soffermi sull’incontro tra fedi religiose, è sicuramente un buon punto di partenza anche per affrontare in modo nuovo e sistematico l’accoglienza di coloro che bussano alla nostra porta”.

Il vice Sindaco Silvia Sciandra ha confermato l’importanza di incontri di questo genere: “E’ un convegno fondamentale non solo per Ventimiglia. E’ importante iniziare a conoscerci, perché spesso l’uni degli altri conosciamo solo la parte più brutta dell’altra sfera religiosa. Spesso c’è paura perché negli ultimi anni dell’Islam conosciamo la parte più violenta, che non è la vera religione islamica. Tornare ad una conoscenza reciproca dei valori di cui ciascuno è portatore, può essere un punto di partenza per conoscerci meglio”.

Simona Della Croce

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