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Attualità | 30 gennaio 2017, 10:30

Sanremo: ai martedì letterari ”Controriforma o Riforma Cattolica?" con il Vescovo Suetta e il Prof. De Mattei

Il luteranesimo è stato uno dei maggiori fattori di secolarizzazione della società occidentale e oggi sta agonizzando per la coerenza con cui ha sviluppato i germi di dissoluzione che fin dalla sua nascita portava in sé.

Sanremo: ai martedì letterari ”Controriforma o Riforma Cattolica?" con il Vescovo Suetta e il Prof. De Mattei

Domani 31 gennaio nel Teatro dell’Opera del Casinò alle ore 16.30 nell’ambito dei Martedì Letterari si potrà seguire la conferenza su :” A 500 anni da Lutero , Controrifoma o Riforma Cattolica?” Relazionano S.E. Mons Antonio Suetta, Vescovo di Ventimiglia - Sanremo e il prof. Roberto De Mattei. Un incontro che parte dal 31 ottobre 1517 quando Martin Lutero affisse alla porta della chiesa del castello di Wittenberg le 95 Tesi fondando la Riforma Protestante. L’incontro è stato inserito nel piano di formazione dei docenti.

Il prof. Roberto De Mattei ha scritto sul quotidiano Il Tempo in riferimento all'incontro ecumenico tra papa Francesco e i rappresentanti della Federazione Luterana Mondiale, svoltosi a Lund il 31 ottobre 2016 :

Il luteranesimo è stato uno dei maggiori fattori di secolarizzazione della società occidentale e oggi sta agonizzando per la coerenza con cui ha sviluppato i germi di dissoluzione che fin dalla sua nascita portava in sé. L’avanguardia della secolarizzazione sono stati i paesi scandinavi, per lungo tempo portati a modello del nostro futuro. Ma la Svezia, dopo essersi trasformata nella patria del multiculturalismo e dei diritti omosessuali, è oggi un paese, in cui solo il 2 per cento dei luterani sono praticanti, mentre quasi il dieci per cento della popolazione pratica la religione islamica.

La Chiesa cattolica, al contrario, è in crisi di autodemolizione perché ha abbandonato la sua Tradizione per abbracciare il processo di secolarizzazione del mondo moderno, proprio mentre questo si decomponeva. I luterani cercano nell’ecumenismo un soffio di vita, e la Chiesa cattolica non avverte in quest’abbraccio l'alito della morte.

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Alla “Sola Fede” si accompagna la "Sola Scrittura". Per i cattolici due sono le fonti della Rivelazione divina: la Sacra Scrittura e la Tradizione. I luterani eliminano la Tradizione perché affermano che l'uomo deve avere un rapporto con Dio diretto, senza mediazioni. E’ il principio del "libero esame” della Scrittura, da cui scaturisce l'individualismo e il relativismo contemporaneo. Questo principio comporta la negazione del ruolo della Chiesa e del Papa, che Lutero definisce “apostolo di Satana” e "anticristo". Lutero ha odiato soprattutto il Papa e la Messa cattolica, che ha voluto ridurre a pura commemorazione, negandone il carattere di sacrificio e la transustansazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo. Ma per i cattolici il rinnovamento incruento del sacrificio di Cristo che si ha nella Messa è l’unica fonte della grazia divina. Si tratta di semplici incomprensioni e malintesi? …”

Roberto de Mattei è uno storico italiano, presidente della Fondazione Lepanto, direttore della rivista “Radici Cristiane” e dell’agenzia di informazione “Corrispondenza Romana”. E' nato a Roma il 21 febbraio 1948, figlio del barone Rodolfo de Mattei, (1899-1981) professore emerito all'Università di Roma e di Michela Tarquini.

Dopo aver completato i suoi studi al liceo-ginnasio "Massimiliano Massimo", si è laureato in Storia Contemporanea presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma "La Sapienza” (1972). È stato allievo e assistente ordinario del filosofo Augusto Del Noce e dello storico Armando Saitta, ma si considera innanzitutto discepolo del prof. Plinio Corrêa de Oliveira, che ha personalmente frequentato nell’arco di vent’anni (1976-1995) e a cui ha dedicato una biografia.

Dal 1° novembre 1978 al 1° novembre 1981 è stato vincitore, su concorso nazionale, di un posto di allievo della Scuola annessa all’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea di Roma. Ha superato (1982) la prima tornata dei giudizi di idoneità a professore di ruolo, fascia degli associati, nel settore scientifico M-STO/02 Storia Moderna, ed ha quindi insegnato Storia Moderna presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Cassin (1985-2005) e Storia Moderna e Storia del Cristianesimo presso l’Università Europea di Roma (2005-2015), dove è stato coordinatore del corso di laurea in Scienze storiche.

Ha fondato e diretto il Centro Culturale Lepanto (1982-2006) e ha diretto dal 2002 al 2013 la rivista internazionale “Nova Historica” .

Tra il 2003 e il 2011 è stato vice-presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche con delega nel settore delle Scienze Umane e tra il 2002 e il 2006 consigliere per le questioni internazionali del Governo Italiano.

È stato inoltre membro dei Consigli Direttivi dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea e del Consiglio Direttivo della Società Geografica Italiana e membro del Board of Guarantees della Italian Academy presso la Columbia University di New York (2005-2011).

È autore di numerosi libri, tradotti in varie lingue, alcuni dei quali hanno ottenuto importanti riconoscimenti. Sposato dal 1972 con Rita di Campello è padre di cinque figli.

Il prossimo appuntamento è per il giorno dopo, 1º febbraio ore 16.30 nel teatro dell’Opera il Prof. Arch. Paolo Portoghesi terrà la prolusione sull’opera di Mario Sironi,,affrontando il tema: “Sironi pittore e architetto”. Partecipano la storica dell’Arte, prof.sa Maria Teresa Verda Scajola e la storica dell’arte, Dott.sa Federica Flore. Si potranno, anche, ammirare le 32 opere esposte, dal 1900 al 1960. Fra le tante importanti opere esposte segnaliamo: Paesaggio, 1899-1900 ca., olio su carta, cm 30x35.

È un’opera molto particolare in quanto fu dipinta da Sironi all’età di circa 15 anni. Ne fu persa traccia intorno agli anni Quaranta, si suppone più precisamente nel 1944. È stata acquistata da Galleria Cinquantasei presso un antiquario di Rothenburg ob der Tauber (Germania). Forme plastiche nello spazio, 1914, tempera e inchiostro su carta, cm 28x23. Una delle pochissime opere futuriste di Mario Sironi, esposta anche alla Biennale di Venezia del 1962. Splendida chiusura musicale.

 

C.S.

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