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Eventi | 25 gennaio 2017, 09:14

Sanremo: l'antesignano del #Festival negli anni '30 al Casinò, un ‘Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi’

Tra gli antenati illustri della kermesse si può probabilmente annoverare una manifestazione organizzata dal Casinò Municipale di Sanremo dal 24 dicembre 1931 al 1° gennaio 1932 dal titolo: “Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi”.

Sanremo: l'antesignano del #Festival negli anni '30 al Casinò, un ‘Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi’

Forse non a tutti è noto che tra le manifestazioni antesignane del Festival di Sanremo c’è stato anche un ‘Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi’, svolto al Casinò matuziano tra la fine del 1931 e l’inizio del 1932, che avrebbe costituito una delle principali fonti di ispirazione per il giovane floricoltore sanremese Amilcare Rambaldi, quando, circa quindici anni dopo, avrebbe lanciato per primo l’idea di un festival della canzone italiana”. Ecco una breve sintesi dell’importante avvenimento artistico e musicale dello storico Andrea Gandolfo.

La prima idea che portò alla nascita del Festival di Sanremo, destinato a diventare la manifestazione canora italiana più nota a livello internazionale, fu lanciata nell’immediato secondo dopoguerra, ma tra gli antenati illustri della kermesse si può probabilmente annoverare una manifestazione organizzata dal Casinò Municipale di Sanremo dal 24 dicembre 1931 al 1° gennaio 1932 dal titolo: “Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi”. Il festival napoletano fu un’idea del concessionario della casa da gioco matuziana Luigi De Santis, instancabile organizzatore di eventi culturali e attaccatissimo alle sue origini napoletane. Per dar vita all’iniziativa, De Santis si affidò alla consulenza dell’attore partenopeo Raffaele Viviani, che fornì i primi suggerimenti, poi messi in pratica da altri due napoletani veraci come Ernesto Murolo, poeta e paroliere, padre del cantante Roberto, futuro protagonista della canzone napoletana, che svolse le funzioni di direttore artistico, ed Ernesto Tagliaferri, compositore e musicista, che diresse l’orchestra e si occupò della gestione di tutta la sezione musicale della manifestazione.

Tra i cantanti che si esibirono nella settimana del festival vi erano Vittorio Parisi, Ada Bruges, Carlo Buti, Nicola Maldacea e Mario Pasqualillo, che interpretarono canzoni del repertorio napoletano del Sette, Otto e Novecento, riscuotendo un notevole successo di critica per il loro indubbio livello artistico. Della rassegna canora, che fu anche la prima organizzata alla casa da gioco sanremese, esiste una preziosa documentazione cinematografica, curata dall’Istituto Luce, che nel 1932 l’avrebbe proiettata in tutti i cinema italiani. Il successo dell’evento fu comunque tale che De Santis, una volta assunta la gestione del Casinò di Campione d’Italia, pensò di replicare la manifestazione anche nella casa da gioco sul lago di Lugano nel settembre del 1934. Il festival si era concluso con Napule ca se ne va, una delle più famose canzoni napoletane, scritta nel 1920 da Ernesto Murolo e musicata da Ernesto Tagliaferri. Come ha scritto Gianni Borgna “La rassegna aveva avuto un grande successo. Le automobili straniere provenienti dalla Costa Azzurra che ogni sera avevano raggiunto Sanremo per questo spettacolo superavano il centinaio”. Proprio il ricordo del festival partenopeo, al quale aveva assistito ventenne tra il pubblico, sarebbe stata una delle fonti di ispirazione che avrebbe spinto il giovane esportatore floricolo sanremese Amilcare Rambaldi a lanciare per primo, nell’immediato dopoguerra, l’idea di un festival della canzone italiana. 

Redazione

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