Al Direttore - 12 gennaio 2017, 17:51

Sanremo: discarica di inerti nel Puc, duro intervento sulla querelle dalle 'Mamme no Lotto 6'

“Avete presente quelle scene dei cartoni animati dove il protagonista, anzi di solito l'antagonista, di fronte ad una situazione inaspettata, imprevedibile e che lo mette con le spalle al muro, spalanca la bocca sino a che il mento arrivi a terra? Bene, noi mamme ci sentiamo così. Tutto il nostro sgomento, lo sconcerto, lo smarrimento, di fronte al perpetrarsi, solitamente nel silenzio più assoluto, di situazioni insostenibili che, volenti o nolenti, ci coinvolgono tutti. Proprio tutti: anche quelli che stanno al caldo nelle loro case al riparo da turbamenti fisici e psichici e anche quelli che, pur facendo finta di non vedere, vivono, respirano ed abitano il nostro territorio”.

Intervengono in questo modo le ‘Mamme No Lotto 6’, in relazione alla presenza di una discarica di inerti nel Puc presentato a Sanremo. “Un nuovo crimine ambientale – proseguono – si un crimine. Non troviamo altri termini. Come si può definire la completa distruzione di interi ettari di alberi centenari, di alberi di ulivo peraltro, prodotto che ha caratterizzato la nostra terra, non solo sul territorio nazionale, ma anche a livello internazionale? E per fare cosa? Una discarica di inerti! A parte che ci piacerebbe sapere se sia davvero così necessaria questa ultetiore discarica (da dove proverrebbero questi inerti?) e a chi verrebbe affidata la gestione di questa attività, non ci pare opportuna questa scelta al fine di valorizzare, sostenere, promuovere ed incrementare le peculiarità ambientali, economiche, sociali e culturali del nostro territorio”.

“Probabilmente è proprio questo il problema – terminano le mamme - le finalità che si intendono raggiungere sono molto diverse, oseremmo dire agli antipodi: da una parte l'interesse al bene comune, dall'altra l'interesse di privati. Ma un Comune, di chi deve fare gli interessi? Se qualcuno del Comune (in questo caso di Sanremo) rispondesse a questa domanda, ne saremmo grate”.

Carlo Alessi