“Ci risiamo, le copiose piogge di queste ultime ore hanno messo in crisi i bacini idrografici nel savonese e nell'imperiese. Frane, smottamenti, allagamenti, interruzione di strade e ferrovie, dei servizi elettrici ed idrici, famiglie sfollate. Il bollettino ligure per fortuna non contiene la perdita di vite umane o feriti e l'allerta dopo due giornate di enorme apprensione per i cittadini, sta rientrando passando dai colori rosso ad arancione, giallo sino al più tranquillo verde. Verranno ora quantificati i danni subiti dalle strutture pubbliche e private (una prima stima parla di 100 milioni di euro) e avviate le procedure per ottenere risarcimenti e ripristinare l'esistente, secondo una liturgia dell'emergenza che sembra non trovare via d'uscita. Questa volta la richiesta di riconoscimento della calamità naturale sarà effettuata congiuntamente dalla Regione Liguria insieme al Piemonte”.
"Il primo segnale riguarda il sistema di allerta che è diventato – spiega Santo Grammatico -, con l'utilizzo dei colori, più chiaro e di facile comprensione per i cittadini, unito alla professionalità dei previsori meteo e a quello del sistema di protezione civile che ha operato sui territori. Poi la comprensione delle difficoltà di una regione che continua a subire gli effetti dei cambiamenti climatici, dalla costa all'entroterra: l'ordine ligure dei geologi ha censito per la Liguria la presenza di oltre 7000 frane; le strade che tagliano i versanti delle valli si riempiono di rii improvvisati quando il terreno è saturo e la nostra regione ha una rete stradale, la più fitta d'Italia con 98 chilometri di strade ogni 100 chilometri quadrati di superficie, che ha pesantemente determinato l'incapacità di tenuta dei reticoli idrografici e la difficoltà nella gestione dei flussi d'acqua; il dossier RFI per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie liguri che ha rilevato, tra diversi livelli di pericolosità ed urgenza per gli interventi di messa in sicurezza, una frana incombente sui binari ogni 236 metri. In questo quadro sono circa cento ventimila le persone che vivono, lavorano o studiano nelle cosiddette aree rosse della nostra regione che ha il 91% dei comuni con case che si trovano in aree a rischio dissesto idrogeologico. Per questo la Regione Liguria dovrebbe essere protagonista e capofila nella pianificazione delle misure di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici. Questa pianificazione sarà utile per uscire dalla costosissima logica dell'emergenza, per proteggere la salute e il benessere delle comunità locali, garantire la minimizzazione dei rischi, migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici".