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Ventimiglia Vallecrosia Bordighera | 09 novembre 2016, 17:00

Lo spreco è servito

Lo spreco è servito

In tutte le discussioni su come organizzare nel modo migliore la raccolta differenziata dei rifiuti, a mio avviso c’è un aspetto molto trascurato. Parlo della prevenzione: perché certamente bisogna riciclare di più, ma per prima cosa bisogna indurre le imprese e i cittadini a modificare le proprie abitudini. Quindi a utilizzare meno imballaggi e diminuire gli scarti di materiali.

Prendiamo lo spreco alimentare: solo in Italia, ogni anno, “bruciamo” parecchi miliardi di euro in cibo non consumato. Dal frigorifero alla spazzatura, il passo può essere breve. La Repubblica ha dedicato un articolo a “last minute sotto casa”, iniziativa nata a Torino e sbarcata anche a Genova per favorire le vendite a prezzi scontati di prodotti vicini alla scadenza. Frutta, verdura, carne, latticini: i commercianti inseriscono le offerte online e i clienti le ricevono automaticamente sul cellulare o tablet. Una sorta di rete di quartiere che potrebbe contribuire a sostenere i piccoli negozi al dettaglio.

Va detto che finora le adesioni a Genova sono state poche tra gli esercenti. È la diffidenza tipica del ligure? Può essere; intanto credo che a molti di noi sia sfuggita la notizia che l’Italia è diventata il secondo paese in Europa, dopo la Francia, ad aver approvato una legge contro gli sprechi alimentari. Entrata in vigore a metà settembre, punta sullo snellimento burocratico delle procedure con cui le attività commerciali possono donare il cibo invenduto.

Sul mondo pressoché infinito delle app a volte nutro qualche riserva. Mi spiego: ormai si trova un’applicazione per ogni esigenza, da quella che controlla le eccedenze nel frigorifero e avvisa quando stanno per scadere, a quella che suggerisce ricette al contrario, partendo dagli ingredienti avanzati. Poi ci sono le app per condividere e scambiare le confezioni rimaste in dispensa, le app che segnalano le offerte dell’ultimo minuto dei supermercati, e altre ancora.

È un terreno di nuove e proficue opportunità, ma bisogna scegliere le esperienze che funzionano e non rischiano, all’opposto, di moltiplicare le incombenze quotidiane. Non è detto che il mondo virtuale comporti una vera semplificazione della nostra esistenza, ecco tutto. Il punto è un altro: dobbiamo diventare più oculati e attenti a quello che compriamo.

Allo stesso tempo, l’industria alimentare dovrebbe rivedere un po’ i suoi modelli produttivi. Dopo una legge per facilitare le donazioni di cibo invenduto, ci vorrebbe una legge che premi le aziende più virtuose, ad esempio fissando obblighi progressivi di riduzione degli imballaggi. Interi sistemi distributivi andrebbero ripensati: pensiamo a quanti rifiuti di plastica potremmo evitare ogni anno, se acquistassimo bottiglie di vetro con vuoto a rendere, anziché di plastica.

La legge anti spreco

Luca Re

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