Al Direttore - 29 ottobre 2016, 16:41

Sanremo: il profilo storico-artistico della Torre saracena, conosciuta anche come Bastione della Ciapella:

La storia di uno dei monumenti più celebri e conosciuti della città dei fiori raccontata dallo studioso Andrea Gandolfo

Uno dei monumenti più celebri e conosciuti di Sanremo, la famosa ‘Torre saracena’ di piazza Eroi sanremesi, è forse anche uno di quelli di cui si conoscono meno le vicende storiche. Allo scopo di fornire qualche notizia interessante su tale importante monumento della nostra città, lo studioso Andrea Gandolfo invia un breve profilo storico-artistico della Torre saracena di Sanremo, conosciuta anche come Bastione della Ciapella:

    “Il monumento, denominato popolarmente «Torre saracena» e situato in piazza Eroi Sanremesi di fronte al moderno edificio del Mercato annonario, è stata l’unica costruzione della zona a non essere demolita quando, a partire dal 1934, vennero abbattute le mura e le vecchie case del Borgo, quartiere avanzato della Pigna verso l’ansa del torrente San Romolo.

    Il torrione non demolito e vincolato fin da quegli anni dalla Soprintendenza ai Monumenti della Liguria, non si poteva peraltro considerare un monumento isolato, in quanto era raggiunto dalle mura che provenivano sia da nord che da est, formando un angolo acuto che costituiva l’estrema punta difensiva occidentale della città nel corso del Cinque e del Seicento verso il ponte omonimo, il «ponte della Ciapella», denominato in taluni documenti medievali anche pons Berruti, il ponte di Berruto.

    La struttura rimase dunque per diversi anni l’unico monumento antico rimasto in piedi in tutta la zona, ma le sue condizioni risultavano precarie tanto che la torre necessitava urgentemente di radicali interventi di restauro per evitare che si deteriorasse irrimediabilmente.

    Fu così che la notte del 6 dicembre 1959 si verificò un fatto tanto clamoroso quanto imprevedibile: approfittando dell’oscurità, una gru tentò di abbattere il torrione sventrandolo tramite i ripetuti colpi d’ariete sferrati da un pesante masso di piombo.

    Intervenuti immediatamente l’ispettore onorario ingegner Stefano Canepa e il commissario di Polizia, emerse subito che ad inviare la gru erano stati gli stessi amministratori comunali che avevano ordinato la demolizione, facendola passare nella relativa delibera come un restauro! Appurato l’equivoco, venne quindi sospesa l’avviata demolizione e fu disposto il piantonamento del monumento minacciato.

    Nel gennaio e febbraio del 1960 furono intrapresi accurati restauri del torrione da parte di tecnici specializzati dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri di Bordighera, sotto l’attenta direzione della dottoressa Vassallo e su mandato della Soprintendenza ai Monumenti della Liguria.

    Gli interventi del 1960 sono stati condotti rispettando rigorosamente i parametri di un vero e proprio «restauro archeologico», cercando di chiarire le varie fasi costruttive e la valenza del monumento sotto il profilo urbanistico.

    La costruzione del bastione risale al periodo compreso tra l’agosto e l’ottobre del 1550, quando le autorità comunali, in seguito al moltiplicarsi delle incursioni barbaresche e in base a un piano generale di fortificazioni ordinato dal governo genovese, decisero di rinforzare le mura cittadine attraverso l’erezione dell’attuale torre in grado di consentire il passaggio sul ponte della Ciapella, dove, in caso di assedio, gli abitanti potevano usufruire di una preziosa fonte d’acqua e dell’attiguo mulino.

     La forma circolare e slanciata del torrione è quella che, nella seconda metà del XVI secolo, si alternava con quella quadrangolare, divenuta poi prevalente nel corso del Seicento, e che fu trasformata in una struttura più solida e massiccia in seguito alla diffusione della polvere da sparo. I bastioni eretti verso la metà del Cinquecento erano infatti tutti costruiti a scarpata, con muri particolarmente spessi (quello matuziano supera il metro) e pure assai resistenti nei confronti delle palle da cannone primitive, come è attestato da quella rimasta singolarmente conficcata in cima al fianco meridionale del monumento.

    A differenza però di altre strutture difensive similari sparse per il Ponente ligure, il bastione sanremese non era ubicato in posizione isolata, tanto che vi si poteva accedere direttamente dall’interno della città e dalle mura, mentre la sua forma ellittica si deve alla sua funzione di torre angolare.

    Una porticina aperta sul cammino di ronda del lato orientale delle mura consentiva di salire al terrazzo superiore, dotato di molte feritoie e originariamente coperto da un tetto di coppi, di cui è rimasta traccia nell’ondulazione che delimita la parte superiore del bastione. Dalla città era invece possibile penetrare all’interno del bastione attraverso una porta arcuata alta e stretta, che è stata fedelmente ripristinata dopo lo squarcio prodotto dalla tentata demolizione del 1959.

     L’interno era formato da un unico ambiente con volte a botta, perfettamente conservato, con feritoie più rade, forse occupato da un corpo di guardia nelle occasioni di maggiore pericolo. Il vano era poi attraversato da una duplice canalizzazione, legata all’esistenza dei cunicoli che sboccavano all’esterno tra la muratura di fondazione dell’edificio, i quali preesistevano alla costruzione del bastione nel XVI secolo, rimanendo addossati esternamente alle mura medievali, che risalgono probabilmente al secolo XIV.

    Mura e canali vennero quindi conglobati nelle fondamenta della torre, ma questi ultimi rimasero attivi quasi sicuramente in rapporto con il torrente vicino e con la fontana della Ciapella. Le mura erano invece quelle della prima cinta più avanzata al cui interno si edificò il quartiere del Borgo, fatto che spiega tra l’altro come quest’ultimo non sia stato in effetti il risultato di un’espansione urbana avvenuta nel corso del Cinquecento, ma sia stato eretto in piena età medievale.

    Dopo aver svolto per un secolo un’importante funzione difensiva contro le incursioni barbaresche, l’antica torre è diventata un monumento particolarmente caratteristico e suggestivo al centro della piazza commerciale della città, ai piedi del sovrastante quartiere medievale della Pigna, al quale un tempo era collegata e a cui ancora oggi idealmente rimanda i molti turisti che vengono ad ammirarla.

    Si segnala infine che la qualifica di «saracena», attribuita comunemente alla torre, sia utilizzata in realtà in modo improprio in quanto il bastione venne costruito in funzione difensiva contro i pirati barbareschi, che effettuarono le loro incursioni sulla costa ligure almeno sei secoli dopo quelle dei Saraceni.

Dott. Andrea Gandolfo – Sanremo”.

Redazione