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Politica | 29 settembre 2016, 07:44

Ieri la manifestazione dei balneari e degli ambulanti (molti dalla Liguria) a Roma contro la direttiva 'Bolkestein'

In migliaia sono scesi in piazza della Repubblica a Roma “armati” di bandiere e fischietti alla manifestazione, convocata da diverse organizzazioni tra cui anche ambulanti e lavoratori del settore balneare, per protestare contro questa Direttiva ma soprattutto per sensibilizzare il Governo verso una politica di tutela delle imprese che corrono il rischio di scomparire.

Ieri la manifestazione dei balneari e degli ambulanti (molti dalla Liguria) a Roma contro la direttiva 'Bolkestein'

Direttiva Bolkestein, migliaia in piazza per protestare. Tra questi una rappresentanza dalla Riviera Ligure di Levante composta  dal  Consiglio Direttivo di ACO Liguria Associazione Concessionari Ormeggi. “Diciamo NO  alla direttiva Bolkestein, che prevede la revoca di tutte le concessioni di specchi acquei  e nuove gare per la loro rassegnazione” dice Angelo Siclari Presidente di ACO Liguria.

In migliaia sono scesi in piazza della Repubblica a Roma “armati” di bandiere e fischietti alla manifestazione, convocata da diverse organizzazioni tra cui anche ambulanti e lavoratori del settore balneare, per protestare contro questa Direttiva ma soprattutto per sensibilizzare il Governo verso una politica di tutela delle imprese che corrono il rischio di scomparire. “L’interpretazione  politica  del Governo ad oggi  non  dimostra  interesse concreto verso queste imprese che sono la vera eccellenza del nostro turismo. Eccellenza riconosciuta  in tutto  il mondo. Noi siamo un paese che vive di economia del mare - continua Siclari -. Tuteliamo le nostre imprese, difendiamole dagli attacchi   da parte delle  multinazionali che certamente cambieranno in negativo il volto delle attuali realtà produttive, dovessimo andare alle aste. Sono le piccole imprese che danno garanzia in questo settore dove il rapporto tra cliente  e concessionario è il vero segreto che garantisce una vacanza piacevole e di qualità ed invece  vengono sbeffeggiate e massacrate da tassazione che arriva al 68%, sacrificate nel nome dell'Europa,  invece solo per curare interessi di lobby. Ennesima dimostrazione di incapacità e pressappochismo di chi dovrebbe proteggere e tutelare la vera ossatura del mostro Paese che sono queste micro aziende, espressione dei nostri territori così unici come lo sono i concessionari”.

“Se per una qualsiasi strampalata ragione - evidenzia Massimo Mascherpa del Direttivo ACO Liguria - chi ci governa fa passare un simile abominia,  a Bruxelles dovrebbero comunque spiegarci il perché della diversità di trattamento visto e considerato che (tanto per fare un paio di esempi) in Portogallo sussiste il ‘diritto di insistenza’ (come era da noi fino a qualche anno fa) e in Spagna hanno portato a 75 anni la durata delle concessioni demaniali e addirittura oltre alla legge hanno già le norme attuative. Inoltre (se quanto sopra non bastasse) è una contraddizione in termini approvare una legge che favorisca l’occupazione e la competitività che come conseguenza abbia la disoccupazione e la competitività non sia equa anzi sia completamente sbilanciata”.

“La portualità turistica ha contribuito, contribuisce e contribuirà alla crescita del turismo nautico nel nostro Paese -  affermano in ACO Liguria  – e questo senza nascondere le difficoltà e le criticità che il settore risente, ma anche sottolineando le forti prospettive di sviluppo e di valorizzazione, che può assicurare ai nostri giovani una collocazione occupazionale nel segno della tradizione, innovazione, esperienza e formazione. I nostri approdi – continua Siclari – sono l’ultimo e significativo anello importante della filiera,  oggi  fortemente impegnati nell’implementare servizi di qualità nell’accoglienza, nel diffondere la conoscenza delle bellezze del territorio, dell’artigianato e della ristorazione, attraverso la comunicazione integrata con redazionali, foto, video, pagine pubblicitarie e social network dedicati”.

“Come possono gli italiani competere con gli altri paesi membri se non hanno lo stessa durata delle concessioni? Ovviamente parlo di quei pochi che riuscirebbero  a tenersele, perché su questo non c’è nessuna certezza, anzi i segnali sono chiari e portano a pensare al peggio ovvero grandi capitali nei migliori dei casi fino a infiltrazioni di malavita per il riciclaggio di denaro sporco.  Se al resto aggiungiamo che siamo lo Stato più tassato del mondo come potremo mai competere con i nostri vicini - conclude Mascerpa -. Il governo italiano ha il dovere di rispettare gli impegni presi con chi negli anni passati ha fatto scelte di vita e investimenti. Programmato il proprio futuro su un lavoro che nei patti non aveva scadenza! Vorrei capire quanti fra quelli che leggono queste righe avrebbero investito un solo centesimo in qualcosa con una scadenza imprevista”.

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