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Attualità | 18 settembre 2016, 07:14

Da Badalucco a Marrakech su una vecchia panda: intervista a Paolo Boeri "Siamo a caccia di sponsor per portare aiuti alle famiglie che ne hanno bisogno"

Panda Raid vuol dire 3200 chilometri in 7 giorni su delle vecchie Fiat Panda attraverso il deserto per portare materiale scolastico a famiglie che ne hanno bisogno

Paolo Boeri

Paolo Boeri

Badalucco, Madrid, Marrakech e ritorno è l'impresa che il 24enne Paolo Boeri sta cercando di realizzare. "Un'impresa con una motivazione umanitaria" - mette le mani avanti il protagonista di questa avventura chiamata Panda Raid che aggiunge: "Abbiamo bisogno di sponsor per riuscirci". Lui è il figlio di Franco Boeri, per tutti Roi, uno dei più importanti imprenditori del mondo olivicolo. 

Panda Raid vuol dire 3200 chilometri in 7 giorni su delle vecchie Fiat Panda attraverso il deserto per portare materiale scolastico a famiglie che ne hanno bisogno. Come se questo non fosse abbastanza, l'avventura dovrà essere portata a termine senza alcuna tecnologia utile alla 'navigazione' ma affidandosi ad un solo quaderno con alcune basilari indicazioni su rifornimenti, tappe ed un'idea di strada da seguire. 

Il primo scoglio da affrontare è trovare l'auto. "Da un paio di mesi sto guardando scrupolosamente ogni Fiat Panda che mi capita. Sono diventato un esperto di tutti i modelli. Il mio sogno sarebbe riuscire a trovare l'auto qui in Valle Argentina e forse ci siamo. - racconta Paolo Boeri - Mi sarebbe piaciuto farla preparare qui ma ci dovremo rivolgere a degli esperti di fuori. Nonostante questo non mancherò di portare un po' della mia terra. Faranno il viaggio con noi l'olio extravergine di oliva taggiasca Roi e la Monte follia, la birra dall'aroma che richiama l'ulivo, fatta in collaborazione con il birrificio Nadir". 

Paolo Boeri non sarà solo in questo viaggio. Al suo fianco ci sarà Tommaso Cremonini Ceo di Fanceat, innovativa start-up che promuove l’alta qualità del cibo fresco, con un servizio interessante la consegna di un box arancione. 

"Sarà importante avere qualcuno al mio fianco. - conferma il badalucchese - Guiderò per almeno 12 ore ogni giorno, in condizioni già difficili con un mezzo normale, figuriamoci con una vecchia Panda. Alle prime luci dell'alba freddissimo e di giorno temperature proibitive, oltre a tantissima sabbia che entrerà dovunque, forte rumore continuo e spazi sconfinati dove non trovi nessuno per chilometri. Sarà impegnativo mentalmente e poter affrontare tutto questo in due sarà di conforto. Alla fine anche se si tratta di un raid, parlando con chi l'ha fatto in passato, mi ha spiegato che c'è un grande clima d'amicizia. Non è una competizione sportiva. Non ci sono premi per chi arriva primo. Nonostante questo c'è tanta passione e alla sera o di giorno non è così strano ritrovarsi tutti insieme per festeggiare". 

La gara ha un certo costo tanto per prendervi parte quanto per allestire il mezzo e così l'equipaggio ligure-piemontese si è ingegnato per finanziarsi. "Stiamo preparando una brochure di vendita dove spiegheremo che cosa intendiamo fare. -afferma Boeri - Ogni spazio presente sulla carrozzeria sarà in vendita. I soldi raccolti serviranno ad allestire l'auto per quanto riguarda motore e sicurezza. Noi offriremo spazi pubblicitari alle aziende che ci finanzieranno ed abbiamo in serbo anche altre idee". 

Siete due comunicatori di professione e per natura, cosa dobbiamo aspettarci? "Avremo macchina fotografica e go pro. Vogliamo documentare tutto e cercheremo di usare le nostre pagine social per mettere aggiornamenti quotidiani. - risponde - ne vedrete delle belle”. 

Qual è l'obiettivo alla fine di questo viaggio? "Porteremo un aiuto alle famiglie di quei territori. Daremo una mano a chi ne ha più bisogno e lo faremo con le nostre mani, con la fatica, facendo la loro conoscenza. Nelle precedenti edizioni dell’evento è stato consegnato materiale scolastico quest’anno offriremo altro. In un progetto dove l’equipaggiamento è fondamentale, porteremo quanti più chili di aiuti sarà possibile. - conclude Boeri - Quindi se qualcuno che ha letto questo articolo avesse piacere di aiutarci, ci contatti via Facebook. È importante e soprattutto per una buona causa".

Stefano Michero

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