I 3.380 metri di tracciato, rimasti inalterati, vennero utilizzati a lungo, precisamente dal tempo della chiusura del circuito di Sanremo (1948) a quello dell'abbandono dei tracciati cittadini (1972), con una sola interruzione (dal '56 al '61); il "Grande Trofeo Internazionale Motociclistico" venne pertanto disputato ben 22 volte.
L'importanza della Rievocazione si coglie già osservando le prestigiose moto ammesse dal Comitato Tecnico, che, viste staticamente, rivelano le soluzioni tecniche escogitate, nel corso di quegli anni, per soddisfare l'innato anelito dell'uomo di correre sempre più velocemente.
Le lavorazioni venivano per lo più eseguite personalmente, dagli stessi cavalieri coraggiosi che si sfidavano in equilibrio su un manto imperfetto; oggi li chiameremo piloti.
Negli anni '60 e 70' le gare in salita erano molto più accessibili dei pochi circuiti, sia per il grande pubblico, atteso che tutte le Regioni avevano almeno una cronoscalata, sia per i piloti, giacché le moto erano per lo più derivate dalla serie.
La maggior parte dei piloti che si affermarono nella velocità su pista, anche a livello internazionale, provenivano quindi dalle corse in salita, com'è successo con Giacomo Agostini, Angelo Bergamonti, Roberto Gallina, Guido Mandracci, Virginio Ferrari, Walter Villa, Otello Buscherini, Pier Paolo Bianchi, Claudio Lusuardi e tanti altri.
La popolarità delle gare in salita era tale che le riviste specializzate dell'epoca vi davano ampio risalto; parimenti le case motociclistiche - ed i produttori di accessori - vantavano i successi ottenuti anche in quelle gare.
La partecipazione alla Rievocazione 2016 di moto, piloti e campioni della montagna - affianco a moto, piloti e campioni dei campionati italiani, europei e mondiali di velocità - riveste, quindi, particolare importanza, dal punto di vista storico.
Tali partecipazioni, difatti, contribuiscono a riportarci ai tempi del circuito, quando alcuni piloti della montagna misero in difficoltà i colleghi più conosciuti, nel tentativo di affermarsi.
Del resto le particolarità del tracciato non spaventavano di cero piloti abituati a correre tra rocce, muretti e strapiombi; semmai ponevano qualche difficoltà in più per quelli a loro agio nei circuiti veloci.
Per dirla come Giovanni BURLANDO, il pilota che ha vinto di più in salita: "Mi sono sempre trovato bene ad Ospedaletti, più che in altri circuiti veloci. Questo per diversi motivi. Innanzitutto è un circuito simile a quelli in salita, con saliscendi e muri ai lati. Poi Ospedaletti è in Liguria, quindi mi ci sento a casa".
Tra gli specialisti della montagna che hanno dato la loro adesione alla Rievocazione - oltre al tre volte campione del mondo Pier Paolo BIANCHI (di cui abbiamo già parlato) - troveremo:
Nella batteria 2
Piercarlo BORRI - su Kreidler Vshveen 50 del 1975 - tre volte campione ed una vicecampione italiano della montagna. Ha partecipato anche ad Ospedaletti, ottenendo un nono posto nel 1964;
Italo PIANA - su Minarelli corsa 50 del 1967 - tre volte campione italiano, nonché campione europeo;
Nella batteria 3
Pietro GIUGLER - su Aermacchi Ala Verde 250 del 1967 - cinque volte campione italiano (2 con la Aermacchi 250, uno con la Suzuki 250 e due con la Suzuki 500), nonché campione e vice-campione europeo. Parteciperà anche nella batteria open su Suzuki TR 500;
Nella batteria 4
Mario SLALINCI - su Ducati Mach 3 250 del 1965 - due volte campione italiano;
Pieraldo CIPRIANI - su Benelli Rec 250 del 1972 - vincitore di due titoli italiani con quella moto. Ha corso ad Ospedaletti, prima negli Juniores, poi classificandosi due volte consecutive al nono posto, nel '71-'72 (su Minarelli 50). Nel 1972 partecipò anche su Yamaha 250. Di quelle esperienze ricorda: "Nel '71 ho corso con la moto nuova di pacca, appena comprata a Monza: l'ho scaricata dal camioncino ed ho fatto la gara. Nel '72, invece, sono rimasto fermo alla partenza, perché non si è messa in moto la Yamaha 250. TORACCA, che correva nella 125 c.c., mi ha aiutato a cambiare le candele. Ho perso un giro, ma molti, tra il pubblico, mi battevano le mani, perché pensavano fossi primo. Quella corsa fu sfortunata, perché, proprio quando iniziavo ad andar bene, ho forato; è successo nella salita del Piccadilly";
Nella batteria 5
Gianfranco BONERA - su Harley Davidson corsa Gp 250 del 1976 - che ha esordito proprio nelle gare in salita prima di correre nel motomondiale su Harley Davidson 350 ed MV Augusta 500; con quest'ultima moto divenne vice-campione del mondo nel 1974;
Giovanni BURLANDO - su Ducati derivata 250 del 1968 - vincitore di ben 21 titoli italiani (4 con Aermacchi Aletta 125, 6 con Benelli 250 Rec, 7 con Ducati 250 e 4 con Motobi 250) e di un titolo italiano su pista (con Benelli 250). Ha partecipato anche al campionato del mondo, risultando primo tra gli italiani nel 1967. Ad Ospedaletti ha corso più volte e proprio nell'edizione del 1967 si classificò al quarto posto, su Honda GP 125 c.c. ;
Nella batteria 7
Gino TONDO - su Honda four 500 del 1975 - Campione Italiano Juniores 125 nel 1966, con la MotoBi ufficiale, si è distinto anche fra i Seniores nelle 250 cc (con Aermacchi) e nella 500 cc (con Gilera);
Nella batteria open
Roberto GALLINA - su Gallina 750 - campione italiano della montagna 1964 (su MotoBi 175), disputò 14 Gran Premi nel motomondiale e si piazzò secondo alla 24 Ore di Spa, prima di vincere come team manager con Ferrari (secondo al mondiale 500, nel 1979), Lucchinelli (mondiale 500 nel 1981) ed Uncini (mondiale 500 nel 1982).