Si è quasi conclusa la raccolta dei bulbi della cipolla egiziana nell'estremo ponente ligure con numeri da record per un ortaggio che solo 4 anni fa era praticamente sconosciuto alla maggior parte della popolazione. Non meno di settemila "ortisti" e agricoltori in tutta Italia hanno ricevuto in questi mesi i bulbi per continuare questo progetto di salvaguardia, utile dal punto di vista della tutela della biodiversità agricola.
Come si presenta la cipolla egiziana? E' una pianta erbacea perenne, con bulbo globoso formato da tante tuniche concentriche, carnose, ricoperto da tuniche esterne, membranose di color rosa-rossiccio. Le foglie sono fistolose, lunghe, quasi cilindriche; il fusto che è definito anche multilivello può raggiungere altezze fino a 180 cm, coriaceo e rigonfio nella sua parte basale, e termina in un agglomerato di propaguli vegetativi (bulbilli) talvolta ricoperte da infiorescenza a ombrello di fiori piccoli bianco-verdognoli. L'Allium cepa viviparum è originaria delle regioni temperate dell'Asia Occidentale e della Cina ed è coltivata negli orti di tutto il mondo per i suoi svariatissimi usi.
"Se la raccolta dei propaguli vegetativi è praticamente terminata e abbiamo lasciato in questi mesi la pianta operare autonomamente per noi, il lavoro per la cipolla egiziana inizia ora. - spiegano i promotori della salvaguardia della cipolla egiziana - si dovranno eliminare tutti i residui della coltura, come i piccoli bulbi rimasti a terra, tagliare foglie rovinate, le erbe infestanti e i fusti secchi in modo da favorire la produzione di nuove foglie e la divisione sotterranea della pianta madre".
"Infine, due parole sul fabbisogno idrico che dovremo dare alla coltura. La cipolla egiziana è una pianta xerofita e non necessità di molta acqua se non durante la radicazione dei bulbilli. L'estate lentamente inizia a volgere al temine, lasciando spazio ai primi temporali e alle piogge; la natura anche in questo caso lavorerà per noi apportando alla pianta la quantità necessaria di acqua al terreno" - chiosano.