Cresce la paura nell’entroterra della provincia di Imperia di fronte allo spettro del DDL che un giorno non troppo lontano potrebbe portare alla scomparsa di tutti quei comuni che non raggiungono i 5mila abitanti. La fusione tra Ceriana e Bajardo, due paesini di 1300 abitanti il primo e poco più di 300 il secondo potrebbe salvare queste realtà caratteristiche del nostro entroterra.
Tutta la valle Argentina si sta informando su questo iter, fatta eccezione per la sola Badalucco. Sanremo News aveva già approfondito il tema della fusione parlando dei casi di Montalto e Carpasio in primis (QUI / dettagli e VIDEO INTERVISTE), seguiti poi da Molini di Triora e Triora.
Il meccanismo della fusione prevede che siano i cittadini ad esprimere la volontà di unirsi con altri comuni. Non a caso tutto ruota intorno al Referendum popolare, dove entrambi i paesi coinvolti sono chiamati al voto. Una volta arrivati alle urne l'obiettivo è di raggiungere il quorum del 30% ma soprattutto un voto positivo in ciascun borgo. Una vittoria a metà non è contemplata.
Principali promotori di queste iniziative sono soprattutto i sindaci. Bruna Rebaudo primo cittadino di Ceriana è convinta sulla necessità di scegliere la fusione: “Nel nostro caso il rischio sarebbe di svegliarsi un giorno ed essere diventati la periferia di Sanremo. Noi per fortuna non abbiamo subito lo spopolamento del nostro territorio ma ad esempio a Bajardo è andata peggio”.
Se l'amministrazione comunale vede nella fusione un'opportunità per non sparire, non si può dire altrettanto da parte della popolazione "Abbiamo inviato qualche settimana fa i questionari alla cittadinanza per chiedere un primo parere conoscitivo. Ne sono tornati indietro solo poche centinaia. Di questi, la maggior parte era favorevole, altri volevano saperne di più. Purtroppo credo che le persone in generale non diano la giusta importanza a questo grave problema”. A Bajardo invece le operazioni sono iniziate più tardi e pertanto ci vorrà anche qualche giorno prima di conoscere i risultati sul parere della popolazione.
Sulla carta i vantaggi sono indiscutibili. “Ci permetterebbe di avere dei contributi sostanziosi, che garantirebbero la sopravvivenza del nuovo comune oltre al miglioramento di tanti aspetti della vita dei due paesi. - conferma Bruna Rebaudo - Si tratterebbe di somme svincolate dal patto di stabilità che sappiamo bene quali difficoltà sta creando a tutti i Comuni ed in particolare a quelli più piccoli”.
Intanto un grande aiuto per questi borghi è arrivato proprio dall’ingresso nell’Unione dei Comuni. “Far parte dell’Unione ha permesso l’ottimizzazione di molti servizi attraverso la condivisione dei funzionari e del personale. Abbiamo già ottenuto ottimi risultati per la Protezione Civile ed a breve uniremo anche l’Anagrafe e lo Stato Civile. Per gli abitanti tutto funziona meglio con il personale che si sposta nei vari comuni” - sottolinea Bruna Rebaudo.
Che cosa lega questi due paesi da rendere possibile una fusione? “Bajardo ha sempre trovato un appoggio su Ceriana per i servizi, quindi sulla sanità e sulla scuola ma anche per i negozi. Io credo che ci sia soprattutto un’amicizia secolare anche se si racconta che baiocchi e cerianaschi non andassero d’accordo. - aggiunge il sindaco di Ceriana - Oggi c’è senza alcun dubbio un rapporto ottimale”.
A settembre le due amministrazioni comunali organizzeranno un’assemblea pubblica per parlare della fusione. Per l’occasione dovrebbero essere presenti anche alcuni rappresentanti dell’Anci e della Regione per parlare con gli abitanti di Bajardo e Ceriana e spiegare quali potrebbero essere le ragioni di una scelta così radicale.