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Politica | 30 luglio 2016, 07:11

Imperia: buona partecipazione all'apericeNo, l'incontro sul referendum di ottobre organizzato dal Comitato per il No alla riforma costituzionale

Per un voto consapevole, ieri sera il locale Comitato del No alla riforma costituzionale, che si voterà con il referendum di ottobre, si è riunito in piazzetta dell'Olmo, a Imperia, dove la docente di diritto costituzionale all'Università di Genova Lara Trucco ha spiegato nel dettaglio quelli che sono i temi più discussi del referendum

Imperia: buona partecipazione all'apericeNo, l'incontro sul referendum di ottobre organizzato dal Comitato per il No alla riforma costituzionale

Per un voto consapevole, ieri sera il locale Comitato del No alla riforma costituzionale, che si voterà con il referendum di ottobre, si è riunito in piazzetta dell'Olmo, a Imperia, dove la docente di diritto costituzionale all'Università di Genova Lara Trucco ha spiegato nel dettaglio quelli che sono i temi più discussi del referendum.

"Vuole essere un incontro per poter votare in maniera libera e consapevole. - ha spiegato la docente a Sanremo News - Quindi, le ragioni del no, sì, ma informare quali sono i contenuti della riforma costituzionale, in modo da arrivare al referendum - quando si svolgerà perché la data non è ancora stata fissata - avendo un'idea e sapendo quali i contenuti e in base a questo poter esprimere liberamente la propria scelta".

Quali sono i temi più discussi di questa riforma?

"Ci sono temi che sono molto discussi a livello mediatico, ma tutto sommato direi che non rappresentano dal punto di vista costituzionalistico, degli elementi centrali della riforma. Mi riferisco in particolare alla questione delle spese, alla questione della soppressione del Cnel e alla riduzione del numero dei parlamentari. Sono questioni su cui si è d'accordo".

"Ma sono altri gli elementi più importanti dal punto di vista costituzionalistico. C'è il superamento del bicameralismo, che rimane, ma non ci sarà più il rapporto di fiducia con gli elettori. Un'altra parte caratterizzante della riforma è il riaccentramento del regionalismo verso lo Stato di molte competenze che prima erano di potestà legislativa concorrente. Questi sono i due profili importanti".

"Il cuore pulsante della riforma - continua la professoressa - è combinato e disposto con l'Italicum, perché attraverso la nuova legge elettorale potrebbe aversi quel cambio di passo sulla governabilità e potrebbe evolversi in una direzione che, chi è per il sì auspica positiva, ma potrebbe anche evolversi in senso negativo, perché non è detto che porti a un rafforzamento dell'esecutivo. La forma di governo in quanto tale non è stata toccata dalla riforma. Ci sono ragioni per credere che ci possa essere un rafforzamento, ma nel lungo periodo no, per esempio il Senato potrebbe essere di un colore politico diverso rispetto alla Camera. La certezza è che con l'Italicum c'è una riduzione del potere di voto degli elettori, perché non si ha un miglioramento rispetto al Porcellum. Con la riforma avremo la soppressione dell'elezione diretta del Senato, e quindi anche lì avremo una riduzione del potere di voto degli elettori. I senatori non saranno più eletti dai cittadini, ma saranno eletti con elezione diretta da parte dei consigli regionali. E quindi noi non li voteremo".

"Se noi sommiamo - conclude - queste due sottrazioni di incidenza del voto, con il fatto che le province scompariranno, e comunque già oggi non sono più elette da noi, abbiamo un terzo livello che non sarà più eletto. Se calcoliamo che le varie leggi elettorali regionali, molte riprendono il livello del Porcellum, vediamo che anche a livello regionale il potere di voto degli elettori si è ridotto. Alla fine, facendo un quadro generale della situazione si vede come al momento la legge elettorale che garantisce un'incidenza del voto seria e con un certo livello di intensità è quella delle elezioni comunali dei comuni con più di 15mila abitanti. Mi sembra un contesto che merita quantomeno di essere meditato e discusso da parte dei cittadini, perché alla fine dipende che livello di democrazia intendiamo perseguire. Se una democrazia che proviene dal basso, il quadro che si sta creando è quantomeno problematico. Se invece abbiamo in mente altri modelli di democrazia allora si può avere una posizione diversa".  

Francesco Li Noce

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