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Sanità | 10 luglio 2016, 06:30

Le infezioni urinarie: un problema ricorrente, ecco cosa fare

Gli antibiotici sono usati tipicamente per trattare un’IVU , ma i pazienti possono avere bisogno di antibiotici differenti a seconda del tipo di batterio presente nelle urine

Le infezioni urinarie: un problema ricorrente, ecco cosa fare

Che cos’è un'infezione del tratto urinario (IVU)?

 

Se avete mai avuto  una minzione dolorosa ed urente e il bisogno frequente di andare in bagno, probabilmente avete contratto un'infezione del tratto urinario. Si può rimanere  sorpresi nell’apprendere che le IVU sono il secondo tipo più comune di infezione , rappresentando circa 8,1 milioni di visite agli operatori sanitari ogni anno. A volte  può essere autolimitante, ciò  significa che il  corpo può combattere l'infezione senza antibiotici; tuttavia, i casi  più semplici possono essere trattati rapidamente con un breve ciclo di antibiotici per via orale. (prescritti dal medico, ndr)

 

 Un'infezione IVU può colpire  ovunque lungo il tratto urinario, che comprende i reni , gli ureteri , la vescica  o l'uretra . Un'infezione dell’ apparato urinario può essere bassa (uretrite) e se i batteri salgono dall’uretra alla vescica, abbiamo una cistite.

Le Infezioni che oltrepassano  la vescica , fino ai reni sono chiamate pielonefriti. 

I sintomi di un'IVU possono includere:

 

- Dolore o bruciore alla minzione

- Un frequente o urgente bisogno di urinare

- Sangue nelle urine o un'urina torbida o tinta di rosa

- Dolore, crampi nella parte inferiore dell’addome

 

Una IVU  superiore che comprende il rene può portare a  febbre, mal di schiena e nausea o vomito.

 

Le Infezioni delle vie urinarie si verificano più frequentemente nelle donne che negli uomini perché l’uretra di una donna è più corta e più vicina all'ano, rispetto agli uomini, permettendo così l'ingresso dei batteri nell'uretra. Le donne hanno più possibilità di contrarre un'infezione dopo l'attività sessuale o quando si utilizza un diaframma anticoncezionale. La menopausa aumenta anche il rischio di un'IVU. Per le donne, il rischio di avere un'IVU nel  corso della vita supera il 50 per cento, di contro le IVU negli uomini possono assumere un valore di modesta gravità.

 

Tra le IVU  acquisite in ospedale, circa il 75% sono associate ad  un catetere urinario. I cateteri vescicali diminuiscono la normale capacità di eliminare i batteri dal tratto urinario. I batteri possono  rimanere “intrappolati” nel catetere, moltiplicarsi e infettare la vescica.

 

Chi è a rischio per un'IVU?

 

Fattori che possono aumentare le  probabilità di sviluppare un'IVU comprendono:

 

-Diabete

-Età avanzata e le difficoltà con le attività della vita quotidiana

-Incapacità di svuotare completamente la vescica

-catetere urinario

-Incontinenza fecale

-Ingrossamento della prostata, uretra ristretta o qualcosa che ostacola il flusso di urina

-Calcoli renali o ureterali

-Mobilità ridotta (ad esempio dopo un intervento chirurgico o un allettamento    prolungato)

-Gravidanza

-Chirurgia o altre procedure che coinvolgono l'apparato urinario

-Avere rapporti sessuali frequenti che possono irritare le vie urinarie

-Precedente IVU negli ultimi 12 mesi

-crema spermicida

-Possibile predisposizione genetica

 

Come viene diagnosticata un'IVU?

 

Se si sospetta di avere un'IVU, probabilmente si desidera arrivare ad una diagnosi più presto possibile. Il medico può diagnosticare normalmente un'infezione della vescica (cistite) basata sui vostri sintomi e un test delle urine  che cerca i globuli bianchi.

 

Se il medico sospetta un'infezione  renale, è fondamentale una urinocoltura :Il trattamento antibiotico può essere più specificamente adattato in base ai risultati

 

 

Quali farmaci sono disponibili per IVU?

 

Gli antibiotici sono usati tipicamente per trattare un’IVU , ma i pazienti possono avere bisogno di antibiotici differenti a seconda del tipo di batterio presente nelle urine.

IMPORTANTE

SOLO IL MEDICO PUO’ PRESCRIVERE ANTIBIOTICI: ANTIBIOTICI SBAGLIATI POSSONO, NON GUARIRE IL PAZIENTE E  FORTIFICARE I BATTERI PRESENTI, RENDENDOLI PERICOLOSI PER LE FUTURE INFEZIONI…. (superbatteri  e ce ne sono già tanti…..)

 

 

 

Cosa succede se ho una IVU  ricorrente ?

 

Se avete IVU ricorrente, il medico può eseguire  un'ecografia, in estrema ratio una TAC o un pielogramma endovenoso (IVP) che utilizza immagini radiografiche con iniezione di contrasto. Il medico può anche eseguire una cistoscopia per guardare dentro l'uretra e la vescica.

 

Per una IVU  ricorrente, esistono diverse opzioni terapeutiche:

 

-Un ciclo  breve (3 giorni) di antibiotici al primo segno di sintomi IVU;

-Un corso più lungo di terapia antibiotica.

-Prendere una dose singola di un antibiotico dopo il rapporto sessuale.

-Trattamenti estrogenici  nelle donne in postmenopausa con secchezza vaginale.

(Raccomandazioni FDA GOV,  2014)

Ovviamente si tratta di raccomandazioni: il vostro medico o lo specialista, potrebbero variare o non trovare adatte queste raccomandazioni in base al vostro caso

 

Posso prevenire un'infezione delle vie urinarie?

 

Ci sono varie misure che possono essere adottate per prevenire l'infezione delle vie urinarie ricorrenti o iniziali

- igiene intima partendo  anteriormente poi posteriormente (per evitare il passaggio di germi).

- Utilizzare assorbenti esterni anziché interni che possono rendere le IVU più probabili in soggetti predisposti.

- Non  usare spray o creme per la profumazione intima femminile (seppur delicate possono contenere agenti irritanti) .

- Preferire  la doccia al  bagno ed evitare oli da bagno e bagno schiuma.

- Pulire le aree genitali ed anali prima e dopo l'attività sessuale.

- Urinare prima e dopo l'attività sessuale.

- Evitare pantaloni attillati. Indossare  biancheria intima  di cotone

- Bere molti liquidi

- Non bere liquidi che irritano la vescica, come alcol e caffeina.

 

SEMPLICI PASSI PER ESEGUIRE UN’URINOCOLTURA  A CASA VOSTRA IN MANIERA SICURA!!

 

La raccolta delle urine che saranno oggetto di urinocoltura deve essere effettuata la mattina del giorno in cui è prevista la consegna del campione (devono essere trascorse almeno due ore dall’ultima minzione). Prima di urinare però si deve procedere con un accurato lavaggio di mani e genitali esterni; si utilizzi un sapone neutro e si risciacqui abbondantemente con acqua. Non devono essere utilizzati disinfettanti. Gli uomini devono procedere alla pulizia dopo aver retratto la cute del prepuzio, mentre le donne dovranno pulire accuratamente la superficie interne di grandi e piccole labbra.

Iniziare a urinare tenendo conto che il primo getto non deve far parte del campione; si trattenga quindi l’urina e si riprenda a urinare utilizzando l’apposito contenitore sterile ricevuto dal laboratorio diagnostico o acquistato in farmacia (che andrà aperto soltanto al momento della raccolta delle urine, mai prima) riempiendolo per circa la metà del suo volume. L’interno del contenitore non va toccato con le mani; si dovrebbe anche evitare di bagnare i bordi del recipiente e di contaminare il campione con i peli o toccandolo con le mani.

Dopo aver terminato le operazioni di raccolta si deve richiudere correttamente il contenitore e portare al più presto in laboratorio il campione di urine destinato all’urinocoltura; se non è possibile portare subito il campione è necessario conservarlo in frigorifero a una temperatura di 4 °C per non più di dodici ore.

 

Spero di aver fatto un po di chiarezza sulle infezioni urinarie che colpiscono veramente molte persone.

Rimango a disposizione per ogni approfondimento.

 

salute@sanremonews.it

 

Bibliografia

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*       . Rous SN. A comparison of cefaclor versus trimethoprim-sulfamethoxazole combination in the treatment of acute urinary infections. J Urol 1981; 125: 228.

*        Christenson JC et al. Comparative efficacy and safety of cefprozil and cefaclor in the treatment of acute uncomplicated urinary tract infections. J Antimicrob Chemother 1991; 28: 581.

*        Iravani A et al. Cefprozil versus cefaclor in the treatment of acute and uncomplicated urinary tract infections. Clin Therapeutics 1992; 14(2): 314.

*       . Pedrini A. Le cefalosporine orali nel trattamento delle infezioni più comuni in pediatria. Notizie APREF 1998; 46: 9-12.

 

 

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Il sottoscritto e Sanremonews in questo caso non ne rispondono

Compito dell’infermiere è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura della educazione sanitaria.

 

 

 

Roberto Pioppo

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