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Sanità | 19 giugno 2016, 07:00

Aspettative, speranze e successi dopo aver avuto una lesione cerebrale

Andiamo a visitare uno dei Centri più importanti del nord Italia il Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato

Aspettative, speranze e successi dopo aver avuto una lesione cerebrale

Questa settimana ci occupiamo delle aspettative, delle speranze e dei successi di coloro,che,  dopo aver avuto una lesione cerebrale intraprendono la lunga via della riabilitazione.

Andiamo a visitare uno dei Centri più importanti del nord Italia il Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato

 Intervistiamo il Dott. Antonio De Tanti, Direttore clinico del Centro .

 Spesso dopo gravi traumi e molto tempo passato in rianimazione i pazienti che, hanno ancora importanti deficit cognitivi e motori hanno bisogno di strutture all’avanguardia e di personale specializzato che possa seguirli ed affrontare il lungo e difficile cammino della riabilitazione.

 

-          che tipo di pazienti accedono alla vostra struttura?

 

Nel nostro centro giungono prevalentemente persone con grave cerebrolesione acquisita a seguito di traumi, ischemie cerebrali, meningoencefaliti, neoplasie del cervello a lenta evoluzione, esiti di ictus cerebrale e paralisi cerebrali infantili.

 

-          con che criteri vengono selezionati i pazienti? C’è un limite di età minimo e massimo per il ricovero?

 

Elemento iniziale della selezione è la valutazione dell’indicazione di appropriatezza del ricovero. Si stabilisce un contatto diretto con lo specialista che ha prescritto il ricovero, sia esso il medico che ha seguito il paziente nei reparti ospedalieri per fase acuta oppure il medico di Medicina generale; in questo caso viene richiesta anche una breve relazione clinica e la compilazione di una scheda di notizie generali, che può essere scaricata dal nostro sito (www.centrocardinalferrari.it). In alternava si può ricorre ad una valutazione clinica diretta, cioè la visita da parte di un medico del Centro della persona che richiede il ricovero.

Non c’è alcun limite di età per essere assistiti presso il nostro Centro, occorre solo avere superato la fase neonatologica, cioè avere un’età superiore all’anno di vita.

 

-          nel caso di un  paziente che abbia grossi deficit in seguito ad un trauma ,  ed un pregresso ricovero in  rianimazione, che tipo di piano terapeutico approcciate? Nel breve, medio e lungo periodo.

 

Sulla base della valutazione clinica, definiamo il progetto riabilitativo personalizzato, che individua obiettivi, strumenti terapeutici e tempi previsti di raggiungimento e verifica dei risultati, nonché i membri del team specialistico multi-professionale che si prenderà in carico il caso, cioè le diverse figure professionali idonee ai bisogni di cura rilevati.

 

-          anche se parlare di numeri è sempre sgradevole, che percentuale di successi si possono ottenere in questo tipo di pazienti?

 

Una risposta in termini numerici è impossibile. Possiamo solo affermare che la nostra casistica è allineata con quelle presenti in letteratura, in cui la prognosi è la risultante di vari elementi, quali l’eziologia, il potenziale di salute pregressa del paziente e la presenza di elementi di comorbilità. Per fare un esempio, la prognosi di un giovane con trauma cranico sarà quasi sicuramente migliore di un paziente che ha avuto anossia cerebrale in età avanzata.

 

-          Qual è il tipo di paziente più difficile da trattare?

 

Non esiste un tipo di paziente “più difficile” ma diverse tipologie di difficoltà che richiedono soluzioni differenziate. Per i pazienti che arrivano al centro provenendo da reparti per acuti abbiamo attrezzato una area di degenza che consente di associare lo sviluppo di programmi di riabilitazione intensiva a un livello di complessità di cura internistica simile a quelli dei reparti sub-intensivi.

Per i pazienti in cui prevalgono disordini cognitivo-comportamentali importanti, con mancata consapevolezza della malattia e assenza di disabilità motoria, abbiamo sviluppato specifiche competenze per la loro presa in carico “difficile”, in tutti i membri del team interdiscipinare che lavora sotto la supervisione di un neurologo e uno psichiatra. In parallelo è stato approntato un ambiente protetto e dedicato in cui sviluppare il progetto riabilitativo. Analogamente è stata approntata un’area di degenza e di riabilitazione specificatamene dedicata all’accoglienza di pazienti in età pediatrica e dei loro genitori, con un’ambientazione ricca di colori e immagini positive e soprattutto con personale esperto. Questa è una sfida che ci vede leader a livello nazionale.

 

-          La vostra è una struttura convenzionata?

 

Il Centro Cardinal Ferrari è una struttura privata convenzionata, quindi i costi della degenza sono a carico del Sistema sanitario nazionale. La struttura ha 83 letti per i ricoveri ordinari e 8 di day hospital. Accogliamo pazienti da tutta Italia.

 

-          Mediamente qual è il tempo di attesa per un paziente che necessita del ricovero?

 

Esiste una gerarchia di priorità nella programmazione dei ricoveri, alla cui cima si trovano le richieste di ricovero provenienti dai reparti di Terapia intensiva o dalle Neurochirurgie. Queste hanno priorità assoluta e un tempo d’attesa che va da qualche giorno al massimo di un paio di settimane.

 

Ringraziamo il dott. Antonio De Tanti per l’esaustiva spiegazione, anche al fine di dare speranza a chi vive momenti difficilissimi, e forse la prova più dura della sua vita

 

                                                                     

 

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Tutti gli articoli redatti dal sottoscritto, si avvalgono dei maggiori siti e documenti  basati sulle evidenze, ove necessario verrà menzionata la fonte della notizia:  essi NON sostituiscono la catena sanitaria di controllo e diagnosi di tutte le figure preposte , come ad esempio i medici . Solo un medico può effettuare la diagnosi ed approntare un piano di cura.

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Il sottoscritto e Sanremonews in questo caso non ne rispondono

Compito dell’infermiere è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura della educazione sanitaria.

 

Roberto Pioppo

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