Politica - 31 maggio 2016, 12:56

Straordinaria riuscita dello sciopero nazionale dell'igiene ambientale pubblica e privata: adesione media oltre il 90%

“Le imprese – dicono i sindacati - vogliono precari, vogliono poter licenziare, pensano che il nostro sia un lavoro di ‘straccioni’ e che il massiccio ricorso ad appalti senza regole, sia la naturale via di ‘sviluppo’ per il settore".

La straordinaria riuscita dello sciopero nazionale di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici del settore dell'igiene ambientale e, soprattutto, la forte partecipazione ai presidi territoriali è la risposta durissima spedita a Utilitalia, Assoambiente e a tutte le imprese del comparto.

“Nelle grandi aziende – evidenziano i sindacati - la partecipazione è stata altissima e, complessivamente, sono state confermate le alte percentuali di adesione che storicamente si raggiungono. Molto significativa è stata la riuscita anche nelle piccole imprese e nel Sud del Paese che, nonostante la durissima crisi economica, ha visto la partecipa/ione diffusa dei lavoratori allo sciopero nazionale. Le segreterie nazionali, ma anche quelle della nostra provincia, esprimono grande soddisfazione per la riuscita dello sciopero e, consapevoli del consenso che il progetto sindacale per il settore ha tra i lavoratori, saranno ancor più determinate a raggiungere l'obiettivo del rinnovo contrattuale per l'igiene ambientale. Anche in difesa della libertà e della democrazia nei posti di lavoro.

“Le imprese – dicono i sindacati - vogliono precari, vogliono poter licenziare, pensano che il nostro sia un lavoro di ‘straccioni’ e che il massiccio ricorso ad appalti senza regole, sia la naturale via di ‘sviluppo’ per il settore. Abbiamo chiesto maggiore sicurezza e condizioni di lavoro migliori e delle tutele degne di una Paese civile, anche in cambio di maggiore produttività, ma ci hanno risposto che il problema è il sindacato e la richiesta di partecipazione dei lavoratori. Le imprese, nascoste e silenti, dietro le loro associazioni, attaccano il sindacato per indebolire i lavoratori e le lavoratrici. Pensano al nostro lavoro come a un'elemosina e su questa, secondo loro, non si tratta e non c'è bisogno delle parli sociali”.

“Se le giuste rivendicazioni dei lavoratori non saranno concretizzate – terminano i sindacati - gli scioperi e la mobilitazione andranno avanti ad oltranza. Dovremo essere più forti e più incisivi anche nell'attività quotidiana delle aziende. Questo è il momento di resistere”.