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Attualità | 15 maggio 2016, 07:28

Sanremo: la vita dell'artista, tra sogni e realtà. Intervista alla performer Valentina Di Donna "Facciamo rete, basta diffidenza"

Otto anni fa, per amore, ha deciso di lasciare Spotorno per trasferirsi nella città dei fiori, entrando a far parte del mondo artistico sanremese. Un mondo, alla pari di tanti altri, difficile. Ma c'è una soluzione: fare sinergia, fare rete con le altre realtà.

Valentina Di Donna

Valentina Di Donna

Performer, attrice e fotografa: Valentina Di Donna è una giovane artista dalle mille qualità. Otto anni fa, per amore, ha deciso di lasciare Spotorno per trasferirsi nella città dei fiori, entrando a far parte del mondo artistico sanremese. Un mondo, alla pari di tanti altri, difficile, dove il senso di precarietà è costante, il talento e la fantasia si scontrano con tagli ai fondi e diffidenza.

Dottoressa Magistrale in Scienze dello Spettacolo, diplomata nel 2013 alla Scuola di Teatro Sociale e Arti Performative di Firenze, Valentina, ha scelto di fare delle sue passioni un lavoro. Quelle stesse passioni condivise con il collega e marito, Christian Gullone. Una scommessa che ha dato e continua a dare soddisfazioni nonostante le difficoltà. Essere artisti, performer, in una realtà provinciale come la nostra, non è infatti una scelta facile e sempre sostenibile.

Lo sa bene Valentina, che da anni, si barcamena tra corsi teatrali, laboratori, eventi, con lo stesso impegno del primo giorno e un sogno: una visione più aperta e la creazione di una rete nei diversi campi dell'arte e del sociale.

Insieme ad altri colleghi e a mio marito Christian oggi faccio parte del Teatro Impertinente, ma ho iniziato a lavorare nella provincia di Imperia nel 2008 con dei laboratori teatrali nelle scuole - racconta Valentina - e poi è nato il Parcheggio delle Nuvole. Da allora abbiamo portato avanti produzioni teatrali, eventi ed iniziative, c'è stata l'avventura del Collettivo Sanremo Rimasti e il successo dell'evento "Prospettiva Zero" a fine dicembre 2014 ma poi dopo sono usciti fuori i personalismi..e il Collettivo è finito lì".

Ascoltando le parole di Valentina, pare infatti di capire che il primo ostacolo sulla strada di un artista sia proprio la mentalità ligure. "Quando proponi una collaborazione, c'è sempre una certa diffidenza, come se qualcuno dovesse rubare qualcosa. E' difficile fare sistema - conferma la giovane attrice -  Pensiamo al panorama teatrale a Sanremo: ci sono diverse compagnie che lavorano, ma abbiamo riscontrato difficoltà anche solo ad essere considerati. Se ci si mettesse insieme, si riuscirebbe forse a fare qualcosa di più importante. E' inutile essere tanti piccoli squali in un piccolo mare".

Una mentalità chiusa tra addetti al settore e forse anche da una parte di pubblico. Tanti apprezzano il talento e il lavoro di questi artisti ma non se ne parla mai abbastanza. "I nostri spettacoli vanno sul versante performativo e del teatro contemporaneo, mi rendo conto che a volte possano apparire complicati - spiega Valentina - ma i nostri studi hanno preso quella via e quella via continuiamo a scoprire. Portiamo un teatro di contatto, di presenza e di verità, dove chi interpreta il personaggio, interpreta anche se stesso".

A completare il quadro, c'è l'aspetto economico: sono poche infatti le risorse a disposizione per questo tipo di arte. "La criticità è soprattutto nel settore scolastico, attualmente lavoriamo solo con l'Istituto d'Arte di Imperia, non c'è neanche più il Dams. Il rapporto con le Istituzioni? A Sanremo è positivo, abbiamo sempre riscontrato un'apertura e se proponi qualcosa a favore della città, si trova disponibilità" - conferma la giovane performer.

Insomma, il bicchiere non è solo mezzo vuoto. Infatti la città dei fiori ha anche saputo stupire la nostra artista, come in occasione delle riprese del film Dalida, dove Valentina ha preso parte alla produzione, prima come assistente ai casting e poi come location manager. "Ho trovato in Sanremo una cittadinanza molto aperta e disponibile, mi piacerebbe trovare questa complicità su tutti i fronti".

Esperienze che danno soddisfazione e a volte sorprendono. La vita dell'arista è infatti sempre un punto di domanda: "Il lavoro grande dell'artista è essere manager di se stessi - conferma Valentina che poi aggiunge - Cosa chiediamo? La possibilità di esibirci anche nelle piazze dei Comuni. E' già capitato ma solo con spettacoli più classici. Chiediamo fiducia per poter avere più visibilità e permettere a chi fa un percorso artistico di sperimentarlo in maniera totale".

"Quello che mi auguro è di poter seminare qualcosa in questa terra che mi ostino a non lasciare. La mia speranza fra dieci anni sarà quella di potermi trovare ancora qua vivendo di arte e nel frattempo magari di aver frequentato uno stage di Marina Abramovic, emblema della performing art - conclude sorridendo Valentina - A tutti dico: iniziamo a fare squadra, facciamo un Festival di tutte le compagnie teatrali, coordiniamoci e non diamoci la zappa sui piedi. Questa terra ha sete di nuovo". 

Silvia Iuliano

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