L’IMMAGINE DEL GIORNO
IL PENSIERO - Attimi di riflessione
Nelson Mandela, campione nella lotta per la dignità della popolazione di colore emarginata, dalla politica dell’apartheid in Sudafrica, ha una importante considerazione: "Sapevo che l'oppressore era schiavo quanto l'oppresso, perché chi priva gli altri della libertà è prigioniero dell'odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza mentale. L'oppressore e l'oppresso sono entrambi derubati della loro umanità”.
Ricorrenza: OGGI 25 Aprile è la festa della LIBERAZIONE
Sandro Pertini proclama lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945.
« Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. »
ACCADDE CHE..
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) - il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) - proclamò l'insurrezione in tutti i territori ancora occupati dainazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi[3], assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.
UNA POESIA AL GIORNO
Ninetta e il soldato
Era la notte di San Lorenzo
e qualche stella doveva pur essere caduta via
anche dalle spalle spioventi dei generali
e dalle polverose galassie degli alberghi
se il soldato prese la mano di Ninetta
e a Ninetta cadde un fiore dalla mano,
se Ninetta strinse forte la mano del soldato,
quella mano da fucile,
e da quella mano cadde un fucile
E Ninetta si sdraiò sul prato, il soldato su Ninetta,
e la pioggia di stelle attorno non li bagnò
Qualcosa di strepitoso, inimmaginabile
doveva essere accaduto
la notte che Ninetta disse al soldato
ti prego sii dolce
se il fiore e il fucile
dormirono l’uno accanto all’altro
come due limpide solitudini
senza ormai padrone
sotto il cielo di tutti
E fai piano, disse Ninetta
Che la vita non si svegli
Che la storia non si accorga
Cesare Oddera – Niente parole d’amore per un fucile.
OGGI CHE SI FA?
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GLI ALMANACCHI dei giorni precedenti..
L’Almanacco di Sanremo news - rubrica a cura di Mariacristina Brettòne
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