Quanto vale Sanremo? Le considerazioni di Casalino sul rifiuto ucraino al ritiro sanremese in vista degli europei di calcio

"I rapporti tra Sanremo e la Riviera, da una parte, e il mondo russo, dall'altro, non rientrano solo in una lunga tradizione di scambi turistici e culturali, ma costituiscono, a giusta ragione, anche una risorsa economica di grande livello.

Di recente si è appreso di rinnovati contatti tra la Città dei Fiori e il vasto ecumene ex zarista ed ex sovietico al fine di ampliare tali relazioni. Non suona bene, pertanto, il rifiuto della nazionale di calcio ucraina di scegliere Sanremo come sede del ritiro in vista dei campionati europei: aldilà delle motivazioni ufficiali (Sanremo sarebbe una località che, stranamente, distrarrebbe lo sportivo in preparazione), resta un po' di delusione: anche perché sulla strada di Sanremo si è ritrovata nuovamente la Sardegna, come è purtroppo avvenuto in occasione della perdita del mondiale rally. Certamente la Sardegna negli ultimi tempi, crisi o non crisi, ha conseguito una posizione privilegiata nei pensieri del jet-set internazionale e non solo: a conti fatti, però, ha pure dimostrato un maggior peso politico rispetto alla nostra Riviera.

Un diverso e maggior peso politico e di immagine che consentì, invece (ma erano altri tempi), ad un altro centro della Riviera, Alassio, di ospitare nel 1982 il ritiro di un'altra nazionale di calcio, quella italiana di Bearzot, proiettata verso il titolo mondiale conquistato in terra di Spagna. Una riflessione, questa, dalla quale non ci si può sottrarre, senza più cullarsi su inattuali posizioni di rendita, compresa quella consolidata di una Sanremo altra faccia della Russia e dintorni, che, oggi come oggi, ormai, la  stessa geopolitica comincia a mettere a rischio: una posizione che va in ogni caso riconfermata ad ogni costo come un legittimo tentativo per vedere quanto vale ancora Sanremo.

Pierluigi Casalino".