/ Politica

Politica | 11 aprile 2016, 11:20

Sanremo: protesta dei dipendenti della Coop Il Faggio "Chiediamo il pagamento degli stipendi. Siamo arrabbiati, non ne possiamo più"

"Vogliamo ricominciare ad avere uno stipendio intero entro il 20 di ogni mese, così come previsto dal contratto delle Cooperative Sociali. Crediamo di averne pienamente diritto… qualcuno faccia qualcosa per noi! Non possiamo più andare avanti così…”.

Sanremo: protesta dei dipendenti della Coop Il Faggio "Chiediamo il pagamento degli stipendi. Siamo arrabbiati, non ne possiamo più"

"Vogliamo ricominciare ad avere uno stipendio intero entro il 20 di ogni mese, così come previsto dal contratto delle Cooperative Sociali. Crediamo di averne pienamente diritto… qualcuno faccia qualcosa per noi! Non possiamo più andare avanti così…”.

E' questa la principale richiesta di oltre 30 lavoratori della Coop Il Faggio questa mattina hanno dato via ad una protesta davanti alla fondazione Borea sotto l’ospedale. I motivi alla base della manifestazione sono ormai noti, i dipendenti chiedono il pagamento degli stipendi. Molte le storie che accomunano queste persone che lavorano qui a Sanremo e che oggi si sono date appuntamento per chiedere più dignità e rispetto nei loro confronti. Le loro richieste arrivano in un momento drammaticamente critico per la cooperativa che agisce tra le province di Imperia e Savona.

“Stiamo chiedendo certezza per questi lavoratori - spiega Milena Speranza, Segretario Generale Uil Fpl - che ormai da tempo non percepiscono lo stipendio come dovrebbero prenderlo. Si era iniziato con uno stipendio razionalizzato in due tranche, oggi slittano anche le percentuali così come erano state concertate all'inizio, quindi questi lavoratori non hanno certezza sulle loro retribuzioni. Stanno prendendo oggi il 30% che riguarda lo stipendio di febbraio, pare che un'altra tranche che riguarda invece il 50% di marzo, dovrebbero prenderla entro la fine di questo mese, ma non abbiamo date o certezze. Considerato che i lavoratori fanno il loro lavoro anche in modo molto dignitoso e sono sempre presenti in servizio, chiediamo che abbiano certezze perché ognuno in casa propria ha da pagare bollette, mutui e quello che ognuno ordinariamente fa nelle proprie famiglie.

Oggi siamo qui al Borea - prosegue - domani a San Secondo, una struttura nel ventimigliese e dopo domani alla casa di riposo di Imperia, tre delle più grandi strutture che oggi Il Faggio ha in appalto, continueremo con le restanti strutture se non avremo in breve tempo delle risposte certe da parte della cooperativa.”  

In una nota stamattina i manifestanti hanno espresso il loro disappunto verso questa situazione di difficoltà: "Siamo arrabbiati, non ne possiamo più, non vogliamo più del dovuto ma solo che qualcuno ci garantisca la nostra dignità di lavoratori. Vogliamo essere tutelati nel nostro diritto di lavoratori che operano in strutture delicate dove l’utenza merita una attenzione particolare e per questo anche la nostra tranquillità merita un’attenzione particolare. Il diritto a percepire il nostro salario, pensiamo che sia sacrosanto come il dovere a svolgere onestamente il nostro lavoro".

"Non vogliamo essere di ostacolo per il recupero economico della Cooperativa, vogliamo però che neanche i nostri bisogni economici vengano sottovalutati. - aggiungono - Siamo persone che vivono di lavoro e che hanno la necessità come tutti di pagare bollette, affitti, mutui, di mantenere i propri figli a scuola e portare il magiare sul tavolo. Con questa nostra rimostranza vogliamo chiedere alla Cooperativa che sia più rispettosa dei propri lavoratori e soci lavoratori e che garantisca ad ognuno di noi la giusta retribuzione per darci sicurezza e tranquillità". 

Intanto i manifestanti hanno incassato stamani la solidarietà della Fondazione Borea, il presidente Massimiliano Iacobucci si è espresso così: “Ai lavoratori della coop Il Faggio che in data odierna manifestano il loro malessere nei confronti del datori di lavoro mi sia consentito innanzitutto rivolgere il mio personale ringraziamento e quello della fondazione per l’impegno e il sacrificio che negli ultimi tempi hanno dovuto sopportare. La rivendicazione dei propri diritti è legittima come lo è la preghiera di manifestare in ogni forma ma preservando il servizio da ulteriori peggioramenti. Ciò premesso garantisco che la Fondazione Borea e Massa in queste ore predisporrà tutte le azioni utili a ristabilire equilibrio e sicurezza agli ospiti, ai lavoratori ed alla nostra opera tutta." 

Oltre alla protesta relativa al ritardo nel pagamento degli stipendi, i dipendenti stanno manifestando anche per alcune anomalie presenti all'interno dei contratti con i quali sono stai assunti. E' il caso, ad esempio di Maria Cortara e Micaela Fontò che, per quanto laureate ed iscritte all'Albo degli infermieri, oggi risultano assunte come 'apprendista coordinatrice dei servizi semplici', ma effettivamente svolgono mansioni da infermiera. Inquadramento che comporta non solo un rischio dal punto di vista professionale, ma anche un danno dal punto di vista economico, con una differenza di circa 200 euro rispetto allo stipendio base di un dipendente assunto con la qualifica appropriata e non come apprendista. 

“Io sono una delle apprendiste del Borea – spiega Maria Cortara – ma in pratica faccio l'infermiera, sono iscritta all'Albo, ho fatto l'esame di Stato, ma qui sono stata assunta con un contratto di apprendistato. Io, come le mie colleghe apprendiste, facciamo tutto quello che fanno le altre nostre colleghe: maneggiamo stupefacenti, somministriamo terapia, usiamo aghi per flebo e tutto quello che fa un infermiere. Qualora noi dovessimo creare dei danni accidentali a terzi, siamo tutelate con questo tipo di contratto? Ci hanno sempre detto che siamo infermiere, ma in realtà risultiamo com apprendiste, nel settore della formazione. Chiediamo di essere assunte come infermiere, a noi non interessa essere assunte come coordinatrici, noi abbiamo studiato per questo e vogliamo fare le infermiere.” 

“Noi in teoria non dovremmo toccare il paziente – le fa eco Micaela Fontò – perché risultiamo nel settore della formazione. Abbiamo fatto qualche mese con il livello da infermiere, al momento della scadenza del contratto ci hanno fatto un contratto più lungo, nel mio caso di due anni, con questo tipo di apprendistato. A noi è stato detto che non sarebbe cambiato nulla, che siamo infermiere e che avremmo continuato a fare questo, ma non risulta scritto da nessuna parte. 

Simona Della Croce

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GENNAIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium