Politica - 24 marzo 2016, 10:13

Trivella sì, trivella no, trivella bum: la risposta di 'Sanremo Sostenibile' all'articolo di Luca Re su 'Insider'

"Ci preme, piuttosto che nutrire sterili polemiche, cogliere l’occasione per rinforzare quelle che a noi sembrano le principali ragioni del 'Si', quale fatto di democrazia, di sopravvivenza ambientale e di un modello economico alternativo".

‘Dobbiamo lasciare petrolio e carbone la dove sono, cioè sottoterra!’ Sono queste le parole usate da Alex Zanottelli, noto missionario comboniano e animatore dei movimenti sociali per la pace.

"Vorremmo intervenire prendendo spunto da una notizia trattata da ‘Insider’ (cliccando QUI), rubrica della vostra testata curata da Luca Re, dove non ci pare sia stato adottato un criterio di par ‘condicio’, visto che vengono sostanzialmente sostenute le ragioni del no e alimentato l’astensionismo. Ci preme, piuttosto che nutrire sterili polemiche, cogliere l’occasione per rinforzare quelle che a noi sembrano le principali ragioni del 'Si', quale fatto di democrazia, di sopravvivenza ambientale e di un modello economico alternativo".

Interviene in questo modo l'associazione 'Sanremo Sostenibile', in risposta all'articolo di Luca Re, in riguardo al prossimo referendum sulle trivelle. "Il voto referendario - prosegue l'associazione - è uno dei pochi strumenti di democrazia diretta a disposizione degli italiani ed è giusto che i cittadini abbiano la possibilità di esprimersi anche sul futuro energetico e strategico del nostro Paese. Ce lo insegna la straordinaria esperienza referendaria del 2011, che, nonostante i continui attacchi portati all’acqua e alla gestione pubblica dei servizi essenziali, ci ha comunque permesso di respingere nettamente la conversione energetica al nucleare, grazie alla scelta consapevole di 26 milioni di cittadini. Come veniva ricordato nell’articolo, nel dicembre del 2015 l’Italia ha partecipato alla Conferenza ONU sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi, impegnandosi a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi. Fermare le trivellazioni in mare è in linea con gli impegni presi a Parigi e contribuirà al raggiungimento di quell’obiettivo".

"Senza considerare che - prosegue Sanremo sostenibile - in un mare chiuso, come il nostro Mar Adriatico, un eventuale incidente, sarebbe disastroso! Ma veniamo agli aspetti economici di merito. Secondo le ultime stime del Ministero dello Sviluppo Economico effettuate sulle riserve certe e a fronte dei consumi annui nel nostro Paese, le risorse rinvenute sarebbero comunque esigue e del tutto insufficienti. Considerando tutto il petrolio presente sotto il mare italiano, questo sarebbe appena sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di greggio per 7 settimane; le riserve di gas per appena 6 mesi. Le ricchezze dell’Italia sono altre: il turismo, la pesca, il patrimonio culturale, il comparto agroalimentare e soprattutto la piccola e media impresa, che costituisce il vero motore dell’intero sistema economico nazionale. Il tempo delle fonti fossili è scaduto: è ora di aprire ad un modello economico alternativo e dare slancio veramente alle energie rinnovabili, per uscire dalla folle corsa dei poteri economici finanziari che conducono i Paesi verso il disastro sociale ed ambientale".

"Da un po’ di anni in Italia - termina l'associazione - stiamo assistendo ad un modello produttivo su larga scala che, dall’Ilva di Taranto alla Val Susa, propone uno sviluppo economico non curante della salute delle comunità di cittadini e del territorio in cui vivono. E’ tempo di dare spazio ad un’economia territoriale sostenibile attenta alle potenzialità delle ricchezze disponibili e proiettata ad una strategia del ‘produrre bene’ piuttosto che produrre tanto. Diamoci da fare tutti e tutte, una grande stagione referendaria sociale e di partecipazione è appena iniziata, per salvarci insieme al pianeta".

Carlo Alessi