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Ventimiglia Vallecrosia Bordighera | 26 febbraio 2016, 17:00

Il governo al gambero cieco

Aggiornamento sulla contesa dei confini marittimi tra Italia e Francia.

Il governo al gambero cieco

Il golosone di gamberi rossi è soddisfatto. È Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese, ben lungi dall’essere sazio dei prelibati crostacei che d’inverno si catturano nella “fossa del cimitero”, pescosissimo fondale al largo della costa tra Ventimiglia e Mentone, che l’accordo di Caen del 21 marzo 2015 ha tolto all’Italia e regalato ai transalpini. Tutte le proteste dei pescatori sanremesi, della Regione Liguria e degli amministratori locali non hanno sortito grandi effetti, almeno finora. Certo, l’Italia deve ancora ratificare quell’accordo, e potrebbe decidere di rifiutarlo. La vicenda, però, ha già prodotto alcuni risultati tangibili.

Sono arrivate le scuse ufficiali delle autorità francesi, che hanno ammesso il “deprecabile errore” di aver sequestrato il peschereccio Mina (l’episodio è avvenuto a gennaio) presupponendo che avesse calato le reti fuori delle acque territoriali italiane. Però i comandanti delle imbarcazioni, visto il permanere dell’incertezza sui nuovi confini marittimi, preferiscono tenersi lontano dalla zona contesa. Quindi addio gamberoni di Sanremo e relativi guadagni. A livello politico, non si contano più le interrogazioni e interpellanze per fare luce sulla vicenda. Nell’ultimo question-time sull’argomento, il ministro Paolo Gentiloni ha dovuto rompere il silenzio che durava dall’idillio normanno di un anno fa. Tra sorrisi e strette di mano, a Caen incautamente firmò con Fabius il trattato che ridisegnava, all’insaputa di tutto il resto d’Italia, le mappe nautiche tra i due paesi. Ebbene Gentiloni ha dovuto ammettere, anche se indirettamente: 1) che siamo sempre governati da persone un po’ distratte, come si evince dalla frase «la questione della pesca costiera è emersa recentemente e non nei sei anni di discussione tra vari governi e varie amministrazioni» e 2) che ora bisogna correre ai ripari, perché si stanno raccogliendo «eventuali ulteriori valutazioni ed elementi tecnici dal ministero competente per considerare eventuali strumenti integrativi dell’accordo».

I liguri però non devono preoccuparsi. Nella risposta scritta all’interrogazione in commissione Affari esteri, presentata nei giorni scorsi da Guglielmo Picchi (Forza Italia), si legge che «non si tratta di un cedimento di tratti di mare pescosi o cose di questo genere». Quindi la “guerra dei gamberi” è soltanto un’invenzione. Fabius ringrazia: voi italiani siete così pasticcioni, a volte, starà pensando. D’altronde, il negoziato che ha portato alle firme di Caen è stato il frutto molto bipartisan e molto caotico dei governi Berlusconi III, Prodi II, Berlusconi IV e Monti. Il centrodestra che governa la Liguria è lo stesso che ha contribuito al pastrocchio. Ogni poltrona ha qualcosa da farsi perdonare, in questa riedizione ittica della mosca cieca. Al gambero rosso cieco, con le regole del gioco dettate da altri.

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Per un pugno di gamberi rossi

Luca Re

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