L'altro ieri, il “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione” in collaborazione con "Gay Lex" -Studio Legale di Bologna per i Diritti delle persone Lesbiche, Gay, Transessuali, Intersessuali e Bisessuali-, ha depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Genova nei confronti di Giovanni DE PAOLI, il Consigliere leghista della Regione Liguria, dove avrebbe pronunciato la frase shock:
"Se avessi un figlio omosessuale, lo brucerei nel forno".
Dopo le prime reazioni di Raffaella Paita, capogruppo in Consiglio Regionale Pd: “Una persona, se pronuncia frasi simili, a mio modo di vedere, non può rappresentare le istituzioni", di Francesco Battistini, consigliere regionale M5S: “La Regione si dissoci con forza dalla frase incriminata e da un pensiero pericoloso di questo", di Gianni Pastorino, consigliere regionale, Rete a Sinistra: "Che il presidente del consiglio regionale accerti le responsabilità e provveda, semmai, a chiedere le dimissioni del consigliere" ed addirittura di Stefania Pucciarelli, consigliera regionale della Lega Nord: "Mi auguro che tutto sia frutto di un semplice fraintendimento. Io in qualità di madre, quello che ritengo essenziale per il bene di mio figlio è la sua serenità e non la sua sessualità. Mi dissocio completamente da eventuali dichiarazioni fuori luogo”, anche noi del nostro “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione” siamo rimasti sconvolti dalla notizia.
In un secondo momento, De Paoli avrebbe addirittura dichiarato:
"… Io non chiedo scusa a nessuno, io non parlavo di loro, parlavo di cose mie, di cosa avrei fatto io, parlavo della mia posizione. E la commissione era finita" e non fa un passo indietro, aggiungendo: "Sono viziati, viziosi, e mi fanno solo pubblicità".
Inoltre, nell’uso dell’eventuale espressione non può negarsi l’intento offensivo e diffamatorio davanti ad una pluralità di persone e/o Rappresentanti dei Gay, Lesbiche, Bisessuali, presenti quel giorno proprio presso la Regione Liguria tra cui i rappresentanti dell’Associazione Genitori di Omosessuali - A.GE.D.O.
In totale sarebbero ben cinque testimoni che avrebbero sentito quella terribile frase.
Per di più, la presunta esternazione del Consigliere DE PAOLI avviene in un contesto in cui gli episodi di cosiddetta “omofobia” sono in continua crescita e la categoria delle persone Gay, Lesbiche e Transessuali non gode di alcuna specifica protezione legislativa, come invece si richiederebbe attraverso l’estensione della Legge Reale-Mancino anche ai reati commessi in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere della persona offesa.
Appare evidente come l’assenza di una normativa specifica sul tema abbia ingenerato la credenza che “tutto sia possibile”, ovvero che anche Politici, Rappresentanti delle Istituzioni, Rappresentanti di culti religiosi, Personaggi pubblici possano liberamente offendere, diffamare e arrecare gravissimo nocumento ad un’intera categoria di persone. A tal proposito è evidente che ogni persona Gay o Lesbica si chieda quale tutela sia possibile invocare affinché offese gratuite, istigazione all’odio e diffamazione in ragione dell’orientamento sessuale non restino impunite o, peggio ancora, non alimentino un clima di costante ostilità nei confronti di ogni persona Gay, Lesbica e Transessuale di questo paese. È infatti impossibile negare che vi sia un nesso di causalità fra l’uso “impunito” di un linguaggio offensivo e il dilagare di un clima di omofobia sociale che si ravvisa nel nostro paese.
Infine, è possibile che un’alta carica istituzionale usi impropriamente un linguaggio che offenda la dignità delle persone Omosessuali incitando all’odio contro una categoria già fin troppo vessata e discriminata?
Richiamando i principi del nostro ordinamento, il nostro Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione in collaborazione con"Gay Lex" -Studio Legale di Bologna per i Diritti delle persone Lesbiche, Gay, Transessuali, Intersessuali e Bisessuali-, ha depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Genova nei confronti di Giovanni DE PAOLI che si voglia procedere per i reati a partire dall’art. 3 della Costituzione, nonché la legge n. 205 del 2003 (c.d. Legge Mancino) e l’art. 595 del codice penale nei confronti del Sig. Giovanni DE PAOLI.
Nel caso particolare di Omosessuali, Bisessuali o Transessuali il divieto di discriminazioni fondate su «condizioni personali» sarebbe costituzionalmente sancito.
Ci aspettiamo che, finalmente, la Procura della Repubblica di Genova porti avanti un’indagine giusta, corretta e valida affinché le eventuali dichiarazioni come quella del Consigliere regionale della Lega nord in Liguria DE PAOLI non si debbano risentire mai più, soprattutto considerando la sua inaudita gravità e l’impatto che possa provocare a livello sociale e politico.
E sempre, se fosse colpevole, come "Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione", davanti a queste eventuali parole di GIOVANNI DE PAOLI, ci aspetteremo anche noi le sue dimissioni non soltanto perché una frase del genere sarebbe molto grave nei confronti dei bambini e genitori degli Omosessuali, ma è anche per il solo richiamo ai forni dove le persone, come noi Jugoslavi e gli Ebrei, venivamo bruciati nei campi di concentramento.
Ci riserviamo intanto anche di rivolgerci al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ed al Governo Matteo Renzi sollecitando che sia concessa anche in Italia una vera e propria Legge contro contro l’OMOFOBIA e la transfobia.
Aleksandra Matikj(ć)
(Presidente del Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione)