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Attualità | 24 febbraio 2016, 07:14

Ventimiglia: anche una carcassa di cinghialotto tra le discariche a cielo aperto sul lungo Roia

Riconfermata la presenza di individui che dimorano nell'area con tavoli, brande di fortuna e sedili di auto riadattati a sedie.

Ventimiglia: anche una carcassa di cinghialotto tra le discariche a cielo aperto sul lungo Roia

La sponda est del fiume Roia con la sua vegetazione potrebbe ben prestarsi per passeggiate e itinerari interessanti se non fosse che proprio tale vegetazione si offre a nascondere micro discariche e pericoli d’ogni sorta. L’incuria e l’abbandono che da anni dominano tutta la zona ha fatto sì che a frequentarla ora siano solo sbandati, disperati o soggetti pericolosi. E’ notizia recente lo smantellamento di uno degli accampamenti abusivi da parte degli agenti della Polizia Locale sotto il coordinamento del comandante Giorgio Marenco.

L’operazione ha evidenziato bivacchi posizionati in vari punti dell’alveo del fiume, costituiti da fronti di protezione ed occultamento con materiali vari, all’interno dei quali si trovavano letti, tavoli, sedie divani ed altre suppellettili, inclusi alcuni fornelli improvvisati. Malgrado l’impegno delle forze dell’ordine in breve tuttavia sono stati riallestiti nuovi alloggi di fortuna utilizzati prevalentemente da soggetti senza fissa dimora.

Nel corso del reportage condotto dal nostro giornale, oltre a riconfermare la presenza di individui che dimorano nell’area, è stata rilevata l’esistenza di molteplici discariche a cielo aperto. Cumuli di rifiuti urbani anche ingombranti (divani, poltrone materassi, televisori, scaldabagno ed elettrodomestici vari) rifiuti speciali (materiale ferroso, prodotti cementizi e laterizi vari ed attrezzature edili) ma anche vestiti, bottiglie, pneumatici, persino giochi, seggiolini e box per bambini. Non mancano motorini abbandonati e anche un’auto incidentata vicino alla quale giace la carcassa di un cucciolo di cinghiale seminascosto sotto una catasta di macerie.

Il deturpamento dell’ambiente e del paesaggio parrebbe palese. Il quadro che si presta alla vista è l’opera di ‘banditi ecologici’. Non si tratta solo di bottiglie abbandonate da disperati, l’apporto di cittadini incivili e di imprese artigiane si evince dalla tipologia dei rifiuti e anche dalle affermazioni di testimoni oculari. 

Lorenzo Ballestra

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