Politica - 25 gennaio 2016, 21:25

Imperia: il Comitato 'Felice Cascione' si schiera contro la decisione di accorpamento dei reparti di Ostetricia

"Il nostro non è certo un disappunto campanilisitico ma di utilizzo e gestione delle risorse pubbliche, dal momento che affermazioni puntuali e competenti hanno evidenziato come siano stati ultimamente spesi ingenti fondi pubblici per riammodernare e potenziare tali reparti presso l’ospedale di Imperia.

Il Comitato Possibile di Imperia “Felice Cascione” manifesta la propria assoluta contrarietà alla decisione dell’Asl 1 Imperiese, che intende spostare il reparto di Ostetricia e Ginecologia di Imperia presso l’ospedale di Sanremo.

"Il nostro non è certo un disappunto campanilisitico ma di utilizzo e gestione delle risorse pubbliche, dal momento che affermazioni puntuali e competenti hanno evidenziato come siano stati ultimamente spesi ingenti fondi pubblici per riammodernare e potenziare tali reparti presso l’ospedale di Imperia. Ciò che però ci preme puntualizzare è lo stupore che  ha destato tale decisione nella politica locale, intimamente complice da anni della deriva sanitaria imperiese. Le scelte di questi ultimi periodi non sono che il frutto di strategie politiche nazionali e regionali subdole e minimalistiche, tese a privatizzare sempre più il concetto di salute e a svuotare di tutele il nostro welfare".

"Si parte dal Governo - prosegue il Comitato - che continua a ridurre il potenziamento dei servizi sanitari e socio assistenziali in nome di obiettivi di spending review, che potrebbero essere  tranquillamente raggiunti con l’eliminazione della politica clientelare organizzativa, amministrativa e assunzionale sino ad ora adottata, per arrivare alle politiche regionali che in nome di una presunta razionalizzazione dei costi fanno macello sociale dei diritti e delle tutele costituzionalmente garantite. La scelta dell’ospedale unico, portata avanti in modo univoco dal PD e dal centrodestra ligure e subita dalle dirigenze politiche locali per subalternità e opportunismo, è stato il primo passo atto a smantellare un sistema organizzativo di presidi territoriali che per la conformazione del nostro entroterra trovava una sua giustificazione più che razionale e di buon senso. Senza considerare che in effetti manco tale scelta è stata portata avanti con convinzione dalla Regione Liguria, causando così solo il depauperamento e il depotenziamento di fatto delle strutture ospedaliere esistenti con grave danno per i cittadini. Possibile non ritiene che la salute delle persone sia misurabile con bilanci e gestioni aziendalistiche. La salute è un diritto costituzionalmente protetto e come tale deve essere garantito dallo stato senza se e senza ma, in modo uguale per tutti, perché la malattia e il dolore non hanno nessun rapporto con il reddito!"

"Non si può continuare a risparmiare sulla pelle di chi soffre - termina il Comitato - chiedendo sacrificio proprio a questi ultimi, semmai bisogna risparmiare gestendo in modo onesto e serio le risorse che ci sono, evitando sprechi legati a sempre più dilaganti sistemi corruttivi. Per questo Possibile spera che si torni a prendere coscienza in Regione della necessità di mantenere fermi gli attuali ospedali, riqualificandoli, potenziandoli e garantendone una adeguata funzionalità. A livello nazionale invece ci batteremo perché la sanità non debba cedere il passo continuamente a politiche insane di spending review, ma al contrario si combatta l’incapacità gestionale, la corruzione e l’indifferenza politica verso le fasce deboli di questo paese, di cui i malati fanno parte a prescindere dal proprio ceto sociale".