"La creazione di un campo fortificato nei pressi di Nava era finalizzato ad impedire un'eventuale rapida e diretta avanzata francese verso il Piemonte dopo uno sbarco improvviso ad Oneglia. La circostanza, maturata tra il 1871 e il 1881 corrispondeva alla consapevolezza di dover dotare il nuovo stato unitario (e non solo alle sue estreme frontiere occidentali) di strutture difensive di confine. Oltre a Nava si procedette alla costruzione di un campo armato a Tenda in Val Roya. La tensione conseguente all'occupazione francese (1881) della Tunisia, terra di tradizionale sbocco di emigrazione (non qualificata) italiana (soprattutto meridionale e insulare), aveva comportato un ripensamento delle alleanze del Regno d'Italia in direzione del blocco austriaco-tedesco (nel 1882 nasce, infatti, la Triplice).
Quando nel 1915, abbandonando lo stato di neutralità, l'Italia entrò in guerra a fianco della Francia e delle altre potenze dell'Intesa, non vennero meno, tuttavia, le preoccupazioni difensive ad ovest, se pur poste in sordina a causa del contemporaneo, comune sforzo alleato contro gli Imperi Centrali. Le fortificazioni di Nava e di Tenda (Balcone di Marta) furono un nodo nevralgico anche negli anni fra le due guerre mondiali e durante le vicende della Resistenza. Nel secondo dopoguerra il Balcone di Marta passò ai francesi, mentre le piazza forti di Nava andarono in disuso anche in ragione delle mutate esigenze strategiche connesse al nuovo contenzioso internazionale ('guerra fredda'). Di notevole interesse e completezza storica sono in proposito gli studi (ai quali rimando) sulle fortificazioni tra Italia e Francia di Davide Bagnaschino, autore che ha dedicato con passione e competenza anni di ricerca aduna tematica così particolare.
Pierluigi Casalino".
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