"L'attrattiva dell'Italia sui russi, come bene ha scritto Ettore Lo Gatto, è sempre stata duplice. Da un lato la missione divina (del nostro Paese, secondo i russi) di dare la civiltà ai popoli, compresa l'ispirazione dell'arte, dall'altro i cieli azzurri, i canti dolci e sonori. L'Italia si presentava (e ancora si presenta) come la culla di una cultura tollerante e al tempo stesso una terra dal clima favorevole. La Riviera ligure apparve subito una meta appetibile e seducente per i russi di ogni estrazione e di ogni convinzione. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, la situazione cambiò radicalmente in relazione alla nuova realtà politica: i nobili in esilio e i menscevichi estromessi dal potere, ma anche altri russi di diverso ceto e condizione, ripresero a frequentare il Bel Paese e soprattutto la mite Riviera di Ponente.
Le ville della Riviera diventarono il luogo privilegiato per discutere di futuri sviluppi o rivolgimenti, ma anche sede di intrecci segreti tra le anime russe non sempre in netta opposizione tra di esse, oltre che di rinnovate trame informative,che sostituivano quelle della polizia segreta zarista con quella sovietica non senza la presenza sempre vigile di quella italiana che non poteva non seguire il vecchio e il nuovo corso della variegata umanità russa che circolava da queste parti. Se pur nel 1918-1919 si ha notizia di una qualche propaganda volta ad arruolare russi nelle file delle armate bianche, in genere i cittadini di quel lontano paese che venivano in Italia e in Liguria erano scarsamente interessati alle loro e nostre vicende politiche. Al centro della diaspora russa un ruolo particolare svolgeva la Chiesa Ortodossa Russa di Sanremo e anche nella Città dei Fiori ci fu un cenacolo dei cosiddetti 'Giovani Russi' che pensarono di stringere la mano a giovani russi sovietici, scavalcando i padri antisovietici. Questione che andrebbe approfondita.
A Sanremo come in altre città italiane e della vicina Francia si registrò pure un'intensa attività libraria russa. Sanremo, del resto, rimase, fino al crollo del comunismo in patria, un crocevia di russi di ogni orientamento di pensiero e di atteggiamento. Crocevia che non è cessato di esistere anche in epoca post-sovietica. Della memoria, infine, di un nobile russo decaduto (di oscuro destino) che partiva da Nizza, tra le due guerre, per consultare una cartomante, certa Amalia, in Corso Inglesi, ho avuto modo di accennare in un mio precedente intervento su questa testata. Memoria confidatami da un sanremasco ora defunto che nell'abitazione della donna individuava movimenti spesso collegabili all'intelligence di vari stati. Come di norma avveniva non solo a Sanremo, ma a anche a Ventimiglia e dintorni, in sedi analoghe, in quel periodo.
Pierluigi Casalino".
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