Attualità - 03 novembre 2015, 19:07

Sanremo: l'avv. Fucini ha presentato il suo volume “Les Geometries de Italo Calvino" ad una serata Lions

Fucini, socio Lions, ha tracciato un interessante profilo del grande scrittore italiano, sanremese anche se nato a Cuba, e della sua famiglia, nella ricorrenza del trentesimo anniversario della morte: un evento a cui forse la città avrebbe dovuto dedicare maggiore attenzione.

Giovedì 29 ottobre al ristorante Buca Cena del Circolo del Golf degli Ulivi si è tenuto il meeting del Lions Club Sanremo Host con relatore il Socio Avv. Luca Fucini, appassionato e cultore di storia locale, che ha presentato il suo volume “Les  Geometries de Italo Calvino- Le geometrie di Italo Calvino”, tracciando un interessante profilo del grande scrittore italiano, sanremese anche se nato a Cuba, e della sua famiglia, nella ricorrenza del trentesimo anniversario della morte: un evento a cui forse la città avrebbe dovuto dedicare maggiore attenzione.

Fucini ha ricordato che Italo Calvino era nato a Cuba nel 1923, e che  all’età di 2 anni si era trasferito  a Sanremo con la famiglia. Ricordarlo al Golf di Sanremo  ha un senso perché non si è  lontani dai luoghi calviniani.  Basta infatti  percorrere la stretta stradina poco distante, appena sotto il Circolo del Golf, che porta alla Madonna della Costa, e troviamo la casa dei Calvino : una  casa del 1840, costruita dal bisnonno di Italo, con ampio giardino e terreno coltivato : la villa è chiamata “Terralba”,  perché anticamente c’erano delle fornaci dove venivano cotti i mattoni. Il Visconte dimezzato dell’omonimo  romanzo si definisce  “io sono il Visconte di Terralba”. Non si tratta  quindi di  un luogo inventato, fantastico, ma  è  invece reale, come ogni riferimento di Calvino nei suoi romanzi. E tutto si rifà  al mondo vissuto dall’autore,  specie nella sua infanzia a Sanremo.  Nella memoria calviniana ci sono 2 città importanti: una è Sanremo e l’altra è Parigi. Dal 1963 fino quasi alla morte vive a Parigi, dove si ritira per scrivere.  Parigi è una città assoluta, la città invisibile, dove c’è  un importante circolo letterario con cui Calvino si confronterà moltissimo e sarà da stimolo per la sua opera.  Calvino allora scriveva per Einaudi: quindi scriveva per Torino, da Parigi. E’un personaggio che si internazionalizza.  Sanremo non viene citata espressamente nelle sue opere, ma quasi sempre in modo velato, è  un riferimento che passa sempre un pò in sordina.  Ne “La Strada di San Giovanni” si riconosce invece in modo esplicito  Sanremo. Calvino descrive  Il percorso che faceva  da bambino, partendo da casa sua,  Villa Meridiana, per passare sotto la Madonna della Costa, arrivare alla casa dei nonni di Terralba e giungere infine  al podere di famiglia a San Giovanni, nell’entroterra della città.

Il relatore ha sottolineato il fatto che tutte le case dei Calvino portavano sia all’esterno che all’interno dei simboli massonici, fatti dipingere già dal nonno Gio Bernardo che apparteneva al Gran Oriente d’Italia.  La zona sopra la Madonna della Costa veniva chiamata anche “punta di Francia”, perché era abitata da personaggi con spirito un po’ rivoluzionario,  quindi legati alla Francia e al suo spirito libertario;  e i Calvino facevano parte di questa categoria di persone.  Lo stesso Italo dipinge suo padre come “ anarchico, risorgimentale, massone e rivoluzionario”.   E il carattere risorgimentale deriva anche dal nonno Giò Bernardo che in gioventù aveva partecipato  alla presa di Roma, il 20 settembre del  1870, e aveva avuto parte attiva nella famosa “breccia di Porta Pia”.  Fucini ha letto a questo proposito una lettera di Giò Bernardo Calvino alla famiglia, in cui descrive in modo accurato questo storico evento. La lettera è stata rinvenuta, naturalmente, nella casa di Terralba.   Quindi questo è l’orientamento dei Calvino, ed è anche evidente la partecipazione massonica della famiglia,  attraverso l’appartenenza al Gran Oriente d’Italia che si stà formando in quegli anni. Il piccolo Italo entra in contatto con tutti  questi simboli, che sono quindi  per lui come un archetipo;  li apprende e li fa propri e   In molti  suoi romanzi  ci sono dei riferimenti massonici.     Un altro aspetto importante della scrittura di Calvino è dato dal “vivere  mezza costa,  l’essere sospeso”, come ben  si evidenzia nel “Barone Rampante”, che da un approfondimento dello stesso Fucini  risulterebbe essere ispirato al Barone Tommaso Borea d’Olmo,  che era stato “Maire” della città di Sanremo sotto l’Impero Napoleonico, ed era proprio vissuto nell’epoca in cui Calvino ambienta il romanzo 

I racconti di Calvino sono quindi solo apparentemente fantastici;  ma poi sono tutti intrisi di realtà, compresi i personaggi di cui narra. Ad esempio  “Il Cavaliere inesistente” è un cavaliere che non ha faccia, è solo un elmo vuoto e basta. Ma è sufficiente  andare  alla Chiesa di Santa Maria degli  Angeli e  si può trovare  questo “elmo”,  che è poi lo stemma araldico di Tommaso Borea d’Olmo. E lo stesso si trova in una cappella dei Borea d’Olmo nella chiesa di Santo Stefano. Calvino  quindi riesce a trasformare mirabilmente in letteratura fatti fantastici.

Un atteggiamento tipico di Calvino è l’orientamento;  lui stesso ci dà questo senso nei suoi scritti, e per chi è nato qui, in Liguria, è una sensazione dell’anima che si sente particolarmente, perché  “uno sà sempre dove si trova il ponente e il levante, dove c’è il mare e dove sono i monti, quindi nord e sud”. Orientarsi diventa un momento creativo. In questo noi sentiamo Calvino  proprio figlio di questa terra, ed ecco questa geometria calviniana, fatta di orientamento, di simboli, di archetipi.

 E la sua famiglia è  per lui un background culturale indispensabile per la formazione e  contribuisce a farlo diventare lo scrittore che è poi diventato. C’è in Calvino un  duplice apporto: quello ligure da un lato, del padre Mario, importante agronomo,  e quello sardo  della madre Eva Mameli,  botanica di fama internazionale, anche lei di orientamento risorgimentale. Calvino ha anche quella  certa sensibilità che è tipica dei sardi. E anche una particolare attenzione alla lingua italiana che gli poteva venire solo dalla madre, perché il padre usava nei suoi discorsi un misto di italiano, spagnolo, francese e dialetto sanremasco. Questo connubio Sanremo - Sardegna fa di Calvino uno dei più grandi scrittori del ‘900. 

Il padre, Mario Calvino  è un personaggio un po’ fuori dagli schemi:  questo agronomo anarchico, massone, anticlericale, risorgimentale .  Si era trasferito all’estero in quanto nei primi anni del ‘900 era entrato in contatto con dei rivoluzionari , anche russi, e si era un po’ compromesso, a tal punto che veniva tenuto sotto controllo dalla polizia. Inizialmente era andato in Messico sfruttando dei  contatti tramite la massoneria, poi si era trasferito  a Cuba, dove nasce Italo, sempre impegnato nella sua attività di agronomo. A Cuba è  ancora oggi  ricordato perché grazie alla sua abilità era riuscito a salvare  l’isola da una grave malattia che aveva colpito la canna da zucchero, principale fonte del paese, malattia che avrebbe distrutto l’economia cubana. 

Nel 1922 Mario Calvino  ritorna in Italia con la moglie Eva Mameli e il piccolo Italo, in quanto aderisce, come molti altri, al movimento  fascista della prima ora. E’ una sorta di trasformismo politico, ma in quel periodo anche altri esponenti socialisti si erano avvicinati al partito fascista, come, ad esempio il deputato Orazio  Raimondo, amico di Mario Calvino.  Sindaco di Sanremo nel 1905 (sotto la sua amministrazione ebbe inizio la costruzione del Casinò), Orazio Raimondo, alla sua morte, lasciò un terreno al Comune , su cui venne poi edificato l’Istituto Sperimentale di Floricoltura, che andrà proprio a dirigere Mario Calvino.

 Dopo la guerra invece,  la famiglia era quasi tutta  unita intorno al Partito  Comunista.  Italo Calvino se ne distaccherà dopo l’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche. Nel libro  “Il sentiero dei nidi di ragno”  Calvino parla  proprio della sua esperienza nella Resistenza di matrice comunista  nel nostro entroterra. Probabilmente lo scrittore non ha preso parte proprio  direttamente alla Resistenza,  ma aveva  conosciuto  dei personaggi che vi avena partecipato in prima persona.  Il fatto anomalo è invece che Il fratello Floriano, in seguito affermato geologo,  aveva aderito alla Repubblica di Salò. Era un mitragliere della Repubblica Sociale Italiana e aveva la sua postazione nella torretta dello stabilimento Morgana

Fucini ha ricordato che Calvino era compagno di scuola, al Liceo Cassini di Sanremo,  di  grandi personaggi, sia di livello nazionale che locale.  In primo luogo Eugenio Scalfari, il futuro giornalista e fondatore di “Repubblica”, il cui padre era qui a Sanremo in quanto responsabile del Casinò. Poi altri importanti personaggi locali, come il Dr. Pigati,  l’Avv. Dian, la Professoressa Biga, l’Ing. Emilio Maiga.

Italo Calvino nei confronti di Sanremo ha sempre avuto un rapporto di “amore-odio”. Forse la sua “casa di campagna” per scrivere avrebbe potuto essere a Sanremo; ma lui ha preferito Parigi. Sanremo è il luogo della sua formazione spirituale e culturale, ma poi ha voluto prendere il volo, ed è stato conquistato da Parigi, città culturalmente ricca, senza tralasciare che la cultura francese era molto vicina alla posizione della sua famiglia. 

Certo la Sanremo di oggi è lontana da questi personaggi: i Calvino, Orazio Raimondo, tutti i grandi personaggi di fine ottocento e dei primi del novecento; ma è doveroso ed edificante In questo momento in cui Sanremo è sulla bocca di tutti per degli eventi veramente di basso livello,  ricordare qualcosa di bello e di culturalmente  elevato che ha prodotto la nostra  terra, e parlare di uomini che hanno portato alto il nome della città. 

Alla fine di questa magnifica serata culturale, il Socio Avv. Luca Fucini ha ricevuto il gagliardetto del Club da parte del Vice Presidente Dott. Maurizio Cravaschino.

C.S.