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Al Direttore | 23 ottobre 2015, 10:52

La storia di Briga, uno dei centri più importanti per celebrare e ricordare le tradizioni, nel racconto di Pierluigi Casalino

Briga ha radici liguri e il suo dialetto è un misto di genovese (preponderante), piemontese e occitano.

La storia di Briga, uno dei centri più importanti per celebrare e ricordare le tradizioni, nel racconto di Pierluigi Casalino

Dal 1947 Briga (oggi La Brigue) si trova in territorio francese, a
seguito della sua cessione alla Francia con il trattato di quell'anno
che regolava i rapporti tra Roma e Parigi dopo la conclusione della
guerra. Briga ha però radici liguri e il suo dialetto è un misto di
genovese (preponderante), piemontese e occitano: quest'ultimo, parlato
in vaste zone della Francia, della Liguria di Ponente e del Piemonte,
rappresenta una vera e propria risorsa culturale che unisce genti
ormai disperse tra tre regioni e soprattutto tra due Stati diversi.

 

Una separazione che comunque non viene considerata un fattore di
divisione. Nella cappella del santuario del Fontan, nota come "La
Sistina delle Alpi Meridionali", si può ammirare una serie di
splendidi affreschi, perfettamente restaurati, del pittore Giovanni
Canavesio del XV secolo. Nella collegiata del paese si conservano
bellissimi quadri, tra cui, notevole, "La Natività" di Ludovico Brea,
artista ligure assai fecondo, le cui opere sono ancora oggi celebrate
per la raffinatezza delle raffigurazioni.

Per le genti brigasche che abitano nel mondo intero, Briga rappresenta solitamente

uno dei centri più importanti per celebrare e ricordare le loro tradizioni.


Redazione

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