Eventi - 23 ottobre 2015, 13:01

Tenco 2015: commozione e divertimento nella prima serata della Rassegna dedicata a Guccini

Consegnate le Targhe per l'opera prima alla Scapigliatura e per la miglior canzone a Donà e Lanza. Premio all'Operatore Culturale al disegnatore Guido De Maria, grande amico del Maestro. Finale col botto con Roberto Vecchioni

Un inizio da brivido per il Tenco 2015, che si è aperto ieri con la celeberrima 'Auschwitz' di Guccini, interpretata in modo struggente da Vittorio De Scalzi, Mauro Pagani ed Edmondo Romano. Per il Maestro, al quale è dedicata quest'anno la Rassegna della canzone d'autore, si può fare un'eccezione e dunque la 'Canzone del bambino nel vento', simbolo della sua partecipazione ai drammi umani e del suo intendere la musica anche come strumento di denuncia, ha sostituito la sigla classica 'Lontano lontano' di Luigi Tenco.

Salutando il pubblico dell'Ariston – la Rassegna è tornata a casa dopo l'esilio dorato al Teatro del Casinò di Sanremo nel 2014 –, il presentatore Antonio Silva ha usato la forza dei numeri per spiegare il motivo della dedica a Francesco Guccini: nato nel 1940, ha ricevuto 40 anni fa il Premio Tenco, precisamente nel 1975 ed il Maestro a giugno ha spento 75 candeline. In realtà si tratta di una splendida occasione per celebrare uno dei pilastri della storica Rassegna, accolto da un sentitissimo applauso al suo ingresso in sala.

Il titolo della manifestazione 'Fra la via Aurelia e il West' riprende un verso del brano in cui il cantautore modenese parla della sua 'Piccola città'. La via Emilia tagliava Modena in due, dall'altra parte c'era il West, vale a dire i campi della periferia, che rappresentavano l'avventura: quella dei film e dei fumetti prima, poi del rock e della gioventù bruciata. Due riferimenti, un piede qua e uno là tra sogno e realtà. La scenografia di Sergio Raimondo si ispira a 'La locomotiva', canzone anarchica, emblema della lotta di classe. E' lo stesso concetto – la differenza tra stato e condizione, tra ciò che si ha in testa e ciò che si ha in tasca – espresso sin dal nome dalla Scapigliatura, il duo cremonese dei fratelli Nicolò e Jacopo Bodini, che hanno ricevuto la Targa per l'opera prima.

Si nota nella formula della Rassegna un ritorno alla tradizione, un passo indietro rispetto ai tentativi, più o meno felici, di reinventarsi, che avevano caratterizzato la scorsa edizione. La consegna delle Targhe è stata nuovamente incorporata nelle tre serate del Tenco, contribuendo a garantire un pubblico più numeroso. E la recita a soggetto di un tema attraverso i set degli artisti ha lasciato il posto a dei mini concerti, intervallati dagli intermezzi umoristici dal comico di Zelig Paolo Migone, molto divertenti, seppur completamente slegati dal contesto.

Sul palco con brani propri ed  interpretazioni personali del repertorio di Guccini: l'Orchestra Nazionale dei Giovani Talenti del Jazz; John De Leo; Appino; e Cristina Donà, Targa per la miglior canzone 'Il senso delle cose' insieme a Saverio Lanza, la quale ha sottolineato l'importanza di un evento che getta luce anche sulla musica di nicchia. Premio Tenco all'Operatore Culturale a Guido De Maria, vignettista e cartoonist fra i più apprezzati in Italia, grande amico di Francesco dai tempi (1967-68) della collaborazione nell'ambito del Carosello per gli slogan dell'Amarena Fabbri. A consegnargli il prestigioso riconoscimento, in tutta la sua statuaria presenza, il Maestro in persona. I due si sono divertiti a ricordare i personaggi di Salomone pirata pacioccone e del suo aiutante Manodifata.

Per il gran finale è stato chiamato, non a caso, Roberto Vecchioni. Al principio degli anni 70 il padre della Rassegna, il sanremese Amilcare Rambaldi, lesse un articolo su Guccini, Ciampi e Vecchioni intitolato “Bravi, bravissimi, ma chi li vuole?”. Rispose: “Li voglio io”. La sua lettera venne pubblicata e raccolse incoraggiamenti da tutto il Paese, tanto che nell'agosto del 1972 Rambaldi fondò il Club Tenco di Sanremo. Vecchioni ha reso uno strepitoso omaggio al Maestro e all'amico, iniziando con 'Bisanzio', brano in cui il cantautore modenese nel 1981 anticipava il non senso di un mondo dove Oriente ed Occidente non si capiscono più. Di seguito sullo stesso filo conduttore 'L'ultimo spettacolo' e 'Io non appartengo più' di Vecchioni. Dall'impegno sociale si è passati ai sentimenti dell'amicizia, dell'amore e della nostalgia con 'Incontro' di Guccini e 'Vincent' e l'intramontabile 'Luci a San Siro' di Vecchioni. Let's celebrate!

Anna Castellana