Nella storica libreria Zanichelli nel pieno centro di Bologna, quella frequentata da Giosuè Carducci che nel retrobottega aveva uno studio in cui corregger bozze e leggere giornali, il Teatro del Banchéro ha festeggiato nei giorni scorsi i suoi venti anni d’attività presentando il romanzo collettivo "Quello che non sei", nato dal laboratorio di scrittura nell’ambito del progetto Scuola di Teatro Officina.
A introdurre il romanzo il Professor Stefano Bonaga, docente presso la cattedra di Antropologia filosofica nella facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Bonaga, da filosofo, ha presentato il libro inquadrandolo nell’operazione progettuale del “romanzo collettivo” e della scrittura collettiva, sottolineando la distinzione fra il concetto di “collettivo” e quello di “connettivo”. Il mondo di oggi infatti ci vede immersi in una dimensione connettiva che però non significa affatto condivisione di un’esperienza, che è quanto contraddistingue la dimensione collettiva.
Rifacendosi al filosofo francese della “Logica del senso” Gilles Deleuze, Bonaga ha presentato il romanzo collettivo dei Banchéro, insieme alle altre esperienze di scrittura di Gianni Cascone (scrittore, regista e docente del Laboratorio di scrittura del Teatro), come un superamento dell’idea di soggetto creatore quale ce lo ha consegnato il romanticismo. Deleuze infatti parla di un autore che si rende “insensibile”, cioè non percepibile, e che quindi rinuncia al narcisismo egotico per immergersi invece nel fare e nell’esperienza. In altre parole Bonaga vede nel romanzo collettivo il realizzarsi di un ritrovato racconto comune e l’avverarsi di un soggetto plurale che è accadimento.