Un nostro lettore, Salvatore Mancuso, ci ha scritto per raccontare la sua disavventura odierna all'ufficio cimiteri di Sanremo:
“Stamani alle 10 mi presento all’ufficio cimiteri dell’anagrafe della nostra città per l’acquisto della concessione quarantennale di un ossario presso il cimitero della Foce per dare riposo ai resti di mio fratello Michele, prematuramente scomparso il 18 settembre scorso. L’impiegata presente in ufficio mi dice che non può fare nulla per me in quanto si trova a sostituire (in maniera non operativa evidentemente) l’impiegato addetto, il quale ‘dovrebbe’ essere di ritorno entro un’ora. Mi invita quindi a lasciare il numero del mio cellulare per essere tempestivamente contattato dal responsabile una volta che questo fosse tornato al suo posto di lavoro. La cosa mi lascia interdetto, non ho altre commissioni da fare nella mezza giornata di libertà che mi sono preso dai miei impegni professionali e spero di riuscire a concludere il tutto entro le 12.30 (ora di chiusura al pubblico dell’ufficio). Pertanto alle 11 comincio a cercare di contattare l’ufficio cimiteri del comune. Con Internet provo prima con l’assessorato al patrimonio, il cui numero squilla a vuoto per tre volte, ad un numero verde mi risponde la polizia municipale, che gentilmente mi fornisce due numeri di telefono: ad uno risponde un fax, dell’altro la TIM mi dice non essere più attivo. Chiamo quindi il numero verde dell’ufficio relazioni con il pubblico e spiego la mia situazione; il cortese impiegato mi fornisce altri due numeri di telefono, ma in entrambi i casi la TIM mi informa che si tratta di numeri non più attivi. Richiamo tempestivamente lo stesso numero verde e lo stesso impiegato appare stupito dell’inattività dei numeri, si consulta con delle colleghe e me ne fornisce un terzo chiedendomi cortesemente di richiamarlo qualora anche questo non fosse attivo. Alle 11.40 finalmente mi risponde l’ufficio cimiteri, niente di meno che nella persona del responsabile dell’ufficio che, tornato alla scrivania al termine della sua (mi auguro istituzionale) assenza non ha evidentemente trovato ancora il tempo di chiamarmi".
"Mi precipito all’ufficio: una parola od un accenno di scuse per il disservizio sono evidentemente al di fuori del modo di lavorare e di vivere di questo signore, che con aria di distaccata sufficienza provvede comunque a farmi compilare la richiesta. Corro in banca a pagare il dovuto me ne esco alle 12.40, non posso quindi riportare i documenti all’ufficio, prenderò un’altra mattinata libera nella speranza che qualcuno al ‘competente’ ufficio cimiteri sia presente ed autorizzato a riceverli. Ammetto di non trovarmi in questi giorni in una condizione d’animo serena e che la mia tolleranza sia quindi piuttosto bassa, ma quanto successo mi è sembrato un classico esempio del comportamento di una classe deteriore di impiegati che, forti di un posto a tempo indeterminato in una posizione di relativo potere e delle proprie amicizie politiche dimentica che, coloro che si rivolgono ad un ufficio comunale sono in ultima analisi gli azionisti dello stesso, quelli che gli pagano lo stipendio. Per quanto riguarda i numeri inattivi… esisterà un ufficio del comune competente ad aggiornare l’elenco telefonico interno?…storie di ordinaria burocrazia".