Al Direttore - 23 luglio 2015, 15:18

Presenza di lupi nelle valli, della nostra provincia l'attenta riflessione di una nostra lettrice

"Si vuole vedere nel lupo un nemico “terribile” solo per nascondere la nostra incapacità di convivere con la Natura in modo costruttivo?"

Anna Cristina Meinardi ci scrive in merito all'articolo sulla presenza dei lupi nelle valli pubblicato sul nostro giornale (clicca qui):

"Ho letto con interesse il bell’articolo, una voce profonda fuori dal coro dell’ “attenti al lupo” che domina pagine di quotidiani da un certo tempo a questa parte. Una disanima attenta ed interessante, che fa comprendere il senso del termine “ecosistema”, ormai spesso gettato nel dimenticatoio. Ora, per evitare fraintendimenti, non intendo affatto minimizzare né eventuali rischi derivanti dalla presenza di selvatici, né gli eventuali danni che pastori ed allevatori possono ricevere. Si tratta, come già si suggerisce nel precedente articolo, di invitare le autorità competenti alla giusta responsabilità verso il territorio, nel rispetto della normativa vigente: il 23 luglio 1971 con il decreto ministeriale “Natali” il lupo viene estromesso dall’elenco degli animali nocivi e la caccia al lupo viene proibita; il 22 novembre 1976 con il decreto ministeriale “Marcora” si vieta l’utilizzo dei bocconi avvelenati e si ribadisce il divieto di caccia al lupo; il 19 agosto 1981 l’Italia ratifica la Convenzione di Berna (1979) che prevede una speciale protezione del lupo; nel 11 febbraio 1992 la Legge 157 per la protezione della fauna selvatica inserisce il lupo tra le specie particolarmente protette; l’8 settembre 1997 l’Italia recepisce la direttiva “Habitat” Dell’Unione Europea (1992) che pone il lupo tra le specie di interesse comunitario alle quali è necessario garantire una protezione rigorosa. Una risposta concreta alle tante direttive legislative  non può essere altro che istituire un’accurata protezione del lupo nel nostro territorio, cautelando certo gli interessi di cittadini, pastori, allevatori, in nome di un interesse comune profondo:l’equilibrio dell’ecosistema, già duramente provato da tante incurie. Si vuole vedere nel lupo un nemico “terribile” solo per nascondere la nostra incapacità di convivere con la Natura in modo costruttivo? “Il gruppo avanza silenzioso, al piccolo trotto. Il maschio dominante in testa. Il suo passo è leggero, flessuoso ed elegante…..” M.A.  Ferrari, La via del lupo, nella natura selvaggia dall’Appennino alle Alpi. Non uccidiamo quel passo flessuoso solo perché applicare regolamenti costa troppa fatica ed impegno, anche economico; se il lupo caccia obbedisce alla sua natura, nessuno di noi si aspetta di essere abbattuto tutte le volte che si siede a tavola davanti a una gustosa bistecca. “Il lupo sa morire in silenzio” recita un verso di Lord Byron, ammirando la temerarietà e il coraggio indomito del lupo. Lasciamolo vivere in silenzio".

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