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Sanremo Ospedaletti | 20 luglio 2015, 17:00

Imperia's lost talent

Fuga dalla pallanuoto, fuga dalla città?

Imperia's lost talent

Imperia è una città senza (o con poche) motivazioni. Sono le due Giulie della pallanuoto a ripetere il concetto, casomai ci fossimo abituati a sguazzare nella rassegnazione. Nel luglio nero della Rari Nantes, sequel ampiamente previsto delle zuffe intestine della società e del politichese schietto che la sta governando, la prima a fare le valigie è stata Giulia Gorlero, destinazione Waterpolo Despar Messina. Era lunedì 13 luglio. Tempo di meditarci su ancora una settimana, e il lunedì dopo è arrivato l’annuncio di Giulia Emmolo. Andrà in Grecia nelle fila dell’Olympiakos. Così la Mediterranea Imperia, in un colpo solo, ha perso quella che parava i palloni e quella che li scagliava nella rete avversaria. Due stelle del Setterosa che infoltiscono il numero degli abbandoni: l’allenatore Marco Capanna, poi Elisa Casanova, Anaid Ralat, Silvia Motta, Francesca Pomeri.

Con tutte loro si era vinto a mani basse negli ultimi anni: uno scudetto e due coppe Len. Una squadra forte, solida, cresciuta insieme. Ogni storia di successo ha sempre la fine del suo ciclo, ma questa perdita di pezzi è una fuga di muscoli e cervelli che riassume le incognite di una città intera. Ecco il commento di Giulia Gorlero riportato in un articolo online pubblicato dalla Gazzetta del Sud (17 luglio): «Società solida, squadra strutturata, obiettivi importanti. Purtroppo la situazione che si è venuta a creare a Imperia mi ha indotto a cambiare, ma puntando su Messina ritengo di aver fatto la migliore scelta possibile». Laggiù puntano allo scudetto e al primo titolo europeo. Sono entusiasti di aver preso la “nostra” Giulia. Ed ecco quanto dichiara l’altra Giulia (Emmolo) nel suo comunicato d’addio: «La scelta è portata dal fatto che ad oggi a Imperia non c’è ancora una squadra e per quest’anno, l’anno delle Olimpiadi, ho bisogno di stimoli e competitività». Da noi si naviga nell’incertezza, col rischio di affondare a ogni virata, mentre lo sport ai massimi livelli ha bisogno di programmazione.

Anche una città avrebbe bisogno di programmazione. Urbanistica, turistica, per la raccolta dei rifiuti e la manutenzione delle strade, e ci potrebbe stare una vagonata di eccetera. Invece a Imperia sindaci e assessori passati e presenti non hanno saputo costruire un parcheggio interrato con più di un piano, né aprire un museo dopo dieci anni di lavori, né far funzionare una zona a traffico limitato. A Imperia ci sono studenti senza liceo perché i soffitti crollano. C’è un teatro chiuso per negligenze in tema di sicurezza antincendio. Marciapiedi disastrati, strade bombardate e sacchi di spazzatura dimenticati da ristoratori buontemponi. Dalla pallanuoto però una lezione l’abbiamo tratta: vincere si può, perfino eccellere su scala internazionale. La parola passerà alle giovani guidate da Mercedes Stieber. Magari sapranno allenarsi così duramente, e diventare così competitive e nuovamente solide, da ricordarci che non tutto è perduto e che rassegnarsi è sempre un errore. Glielo auguriamo, per il bene loro e anche un po’ di noi cittadini demotivati.

Luca Re

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