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Attualità | 27 giugno 2015, 22:39

Molini di Triora: festa nella valle per salutare l'apertura del centro culturale Il Mulino Racconta

Ricavato dal restauro di un antico Mulino questo centro culturale racchiude la storia del borgo della valle Argentina offrendo un vero e proprio percorso multimediale legato al tema dell'acqua.

Importante giornata per la valle Argentina grazie all'inaugurazione del centro culturale Il Mulino Racconta di Molini di Triora. Era atteso da tanti anni e finalmente quest'oggi ha aperto i battenti dopo un lungo e complesso lavoro di restauro che ha portato alla rinascita di questo antico mulino che si trova in uno scenario spettacolare a ridosso del rinomato laghetto delle noci. 

Per l’occasione erano presenti il sindaco di Molini Marcello Moraldo, il vicesindaco Manuela Sasso e la consigliera comunale Nicoletta Bassilana. Non mancavano nemmeno diversi rappresentanti delle amministrazioni dei comuni della valle e della costa. 

Nato dalla ristrutturazione di un antico mulino questo centro culturale si inserisce tra il contesto della borgata e lo spettacolo offerto dalla natura. Il mulino è stato totalmente rimesso a nuovo mantenendo comunque l’aspetto originale degli ambienti. Al suo interno trova spazio un vero e proprio percorso (anche multimediale ndr) con numerosi documenti d’epoca, come contratti e fotografie, che racconta la storia dell’acqua nella valle Argentina.

Dentro al Centro Culturale per il momento sono state allestite:

  • la mostra storiografica a cura del Consigliere alla cultura di Molini di Triora Gianluca Ozenda;
  • la mostra fotografica a cura di Legambiente Valle Argentina (per gentile concessione archivio storico AMAIE) relativa alla costruzione degli acquedotti dell’AMAIE e della diga di Tenarda; 
  • la mostra d’autore “La Scultura per l’Acqua”. 

Il progetto di questo Centro Culturale arriva al termine di un lungo iter di restyling nato dalla volontà del Comune di Molini di Triora che acquisì la proprietà e la restaurò. A questo si è aggiunto l’intervento di pulizia della strada d’accesso e di riqualificazione degli spazi interni portato a termine dai volontari di Legambiente (valle Argentina ndr). 

Dopo la benedizione portata dal parroco Don Antonio Robu, le autorità hanno preso la parola. Il primo ad intervenire è stato il sindaco Marcello Moraldo che ha raccontato: "Questo è uno dei tanti mulini che sono l’origine del nostro paese. La storia narra che Molini sia nato con 23 mulini e negli anni scorsi l’amministrazione comunele ha scelto di mantenerne almeno uno come memoria storica. Così, le nuove generazioni, potranno avere memoria delle origini di questo paese. Dopo la prima fase di recupero del fabbricato c’è stato un periodo di stasi e dopo un finanziamento del gal con la compartecipazione del comune è stato possibile allestire la struttura con la collaborazione di associazioni di volontariato". 



Sull’importanza del futuro del Centro è intervenuta anche Nicoletta Bassilana che ha seguito la pratica in prima persona: "Speriamo che questa struttura non rimanga solo mussale ma che abbia spesso altri autori che possano trovare spazio nel mulino”. La consigliera ha poi ringraziato Legambiente ed il paese per il sostegno al progetto.



Sulla storia di collaborazione dietro alla rinascita del mulino è intervenuta anche Daniela Lantrua per Legambiente, che ha ricordato: “La collaborazione con il comune è nata nel 2009 e da allora c’è stata questa voglia di impegnarci reciprocamente per il bene del borgo. Quanti mulini sono già diventati didattici nella nostra provincia. L’acqua è un tema mondiale sentito da tutti. Ringraziamo in questo contesto i profughi che hanno dato una mano. Speriamo che prossimamente possa nascere un progetto che metta a regime il Centro e non rimanga solo nel volontariato”.

Infatti, il problema principale adesso sarà quello di mantenere aperta questa importante struttura. Per il momento si procederà con delle aperture programmate nei weekend grazie ai volontari. E’ indubbio che quest’opera rappresenti un motivo di richiamo per i turisti e non solo, quindi una ricchezza per l’intera valle Argentina.  

Stefano Michero

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