Numerosa la partecipazione, questo pomeriggio, alla biblioteca Lagorio, per l'apertura della mostra fotografica "La Città Invisibile" che accosta immagini e pensieri per raccontare qualcosa che non si vede o non è semplice individuare: il cuore di un mondo senza confini quello che – come direbbe Italo Calvino – permette ogni volta che si entra in una piazza di "trovarsi in mezzo a un dialogo".
Sono scatti in bianco e nero di Piero Perotto, fotoreporter sensibile e attento, che si accompagnano senza un apparente filo conduttore a brani di libri dello scrittore imperiese Marino Magliani.
Una selezione di trenta fotografie dove lo sguardo si posa su volti, semplici passanti, sconosciuti, giovani e anziani, nitidi particolari e pittoriche sfumature che emergono dal cuore di Oneglia.
Al di là dei connotati spaziali e temporali è la vita stessa a essere protagonista, raccontata con una visione universale: è il mondo che pare affacciarsi in un microcosmo conosciuto prendendone possesso. Si perdono dunque i limiti e i confini del luogo, la piazza diventa agorà per lasciare spazio alla scoperta, al viaggio, alla descrizione che avviene attraverso lo stile asciutto del fotoreportage. Alle foto sono abbinate - in un ideale parallelo che caratterizza l’idea del luogo-non luogo - frasi significative del libro di Marino Magliani “Soggiorno a Zeewijk” (Amos Edizioni, 2014, 169 pp) in cui lo scrittore di Dolcedo, residente ad Amsterdam, descrive minuziosamente i dettagli del paesaggio urbano che incamera in continui vagabondaggi. Sono stati scelti appositamente per la mostra, in anteprima, anche brani da “Il canale Bracco” (Fusta Editore) in uscita a maggio. Immagini e testi universali per un messaggio comune: il mondo invisibile.
<Abbiamo pensato a quanto possa essere universale la fotografia – spiega Maura Orengo, presidente Apertamente - ma che spesso sono solo le grandi immagini, i grandi fotografi, i momenti storici più rappresentativi a monopolizzare l’attenzione. Quasi per scommessa abbiamo cominciato a vedere “a occhi aperti”, parafrasando il libro di Mario Calabrese sui grandi reporter, alcune fotografie scattate da Piero Perotto individuando volti e storie, emozioni e “tagli” fotografici di respiro universale: insomma storie per tratteggiare “La città invisibile”. Parlando poi con un altro amico, Marino Magliani, abbiamo riconosciuto alcuni collegamenti con il suo libro scritto “alla finestra”: Soggiorno a Zeewijk. Piano piano è nato un progetto di mostra immagini-scritti>.
Quel reticolo di canali e di case che compaiono e scompaiono negli anni e costituiscono uno scenario da cui attingere per lo scutizusu Magliani sanno di Liguria salmastra così come i giochi in piazza, i contorni indefiniti della calata avvolta dalla nebbia, la città che osserva puntiforme una nave all’ingresso del porto – visioni di un reporter attento – affondano ugualmente nella sabbia e nei marciapiedi gelidi del Nord. <Ci siamo messi a raccontarci città invisibili – aggiunge
Marino Magliani - paesaggi distanti ma che hanno in comune dei segni, delle figure. Ecco questo è quando abbiamo pensato accettando una sfida, in fondo niente di nuovo, ma l'eterna sfida di far incontrare i mondi>.
“L'occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose”
(da Le Città Invisibili di Italo Calvino).
All'incontro di questo pomeriggio sono intervenuti, Maura Orengo Presidente associazione Apertamente; Marino Magliani, scrittore; Gino Perotto, Fotoreporter; Milena Arnaldi, giornalista Il Secolo XIX.
Info mostra:
dal 28 aprile al 7 maggio. Da lunedì a venerdì 15.30-18.30; sabato 10-12. Domenica e primo maggio chiuso.