Un nostro lettore, Alberto Lanteri, interviene nella discussione sulla Festa della Liberazione:
“Ho letto i vari interventi sulle commemorazioni, le quali trovano naturalmente fautori e oppositori, ed in tempo di democrazia è giusto ci siano ed è giusto trovino il modo di esprimersi liberamente e pacatamente. Del resto la guerra e tutte le guerre lasciano strascichi negativi per tutte le fazioni in lotta. Racconti di atrocità condotte da chi occupava e da chi difendeva sono ancora vive in me e in molti che ancora ricordano. Non è certo inutile parlarne ma è sbagliato parlarne a senso unico, professare che solo gli occupanti erano ‘diavoli’ e i difensori ‘l'acqua santa’. In verità si sono avuti tedeschi buoni e partigiani senza scrupoli ma anche tedeschi e camicie nere senza cuore partigiani ‘grandi uomini’ ed eroi. Chi ricorda ancora il proprio paese bruciato dalle truppe di occupazione sa di cosa parlo, chi ancora ricorda i morti seppelliti nelle campagne sa cosa dico. Percorrendo le strade delle nostre vallate spesso scorgiamo piccole cappelle o lapidi. Non sono morti per incidenti sulla strada ma segni di quei crimini. E' oggi inutile schierarsi e predicare ma è più utile ricordare con obbiettività il male e il bene che in tempo di guerra ogni uomo fece all'altro; il passato è stato e deve insegnarci per il futuro”.