Attualità - 10 aprile 2015, 07:31

10 aprile, giornata mondiale dell’omeopatia: la celebriamo assieme ad Elizabeth Bright, omeopata newyorkese residente a Ventimiglia

Elizabeth potrebbe essere definita 'il medico di una volta', nell’accezione Ippocratica del termine, vale a dire di chi cura senza la prescrizione di medicinali, ma supportando e aiutando il fisico a reagire al problema.

Elizabeth Bright

Oggi è la giornata mondiale dell’omeopatia e noi vogliamo celebrarla con un articolo dedicato ad  Elizabeth Bright, newyorkese ora residente a Ventimiglia.

Non ci si improvvisa viaggiatori del mondo. “Il mondo è un libro, quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”, diceva Sant’Agostino.

Elizabeth ha messo in pratica questo concetto. Nata negli Stati Uniti, ha viaggiato in Europa seguendo la mamma, inviata del Times. La sua vita l’ha portata a studiare alla Columbia University di New York, a Washington DC e nelle più prestigiose scuole della Cina dove ha conseguito il titolo di Osteopata e Naturopata.

Elizabeth potrebbe essere definita “il medico di una volta”, nell’accezione Ippocratica del termine, vale a dire di chi cura senza la prescrizione di medicinali, ma supportando e aiutando il fisico a reagire al problema.

Certificata in Naturopatia dal London College of Naturopathic Medicine e certificata in Osteopatia Classica dall' Institute of Classical Osteopathy, Elizabeth tiene a definire il suo ruolo di osteopata e naturopata proprio attraverso il modo di affrontare i disagi del corpo:  “Tratto prima con le mani (Osteopatia) e poi con l’alimentazione (Naturopatia). Utilizzo, sebbene più raramente, l’omeopatia perché preferisco aiutare la fisiologia prima di somministrarle una sostanza.  La struttura è importante tanto quanto l’alimentazione. Per esempio se il bacino non è bilanciato, tutta la colonna, le viscere, il sistema nervoso, e il sistema endocrino non funzioneranno come dovrebbero. Allo stesso tempo con l’alimentazione posso sistemare i problemi del fisico, ma se manca un elemento fondamentale, come ad esempio lo iodio, il sistema endocrino, e conseguentemente tutto il resto, non funzionerà bene”.

Secondo le teorie e le pratiche omeopatiche, esiste la consapevolezza che il corpo possa avere la capacità di guarirsi, andando a ricercare la fonte dello squilibrio.  Alla base delle cure omeopatie e della naturopatia c’ è una sana alimentazione, adeguata per ogni singolo individuo e ovviamente una presenza sufficiente di acqua.

Elizabeth è stata nominata coordinatrice  della succursale Italiana del “Registry of Functional Biotyping” dal Dott. Roderick Lane, autore di 'Adam and Eve Diet, Your Functional Biotype Guide', e fondatore del registro. “Sono l’unica in Italia con questo titolo perché ho studiato direttamente con il Dott. Roderick Lane. Le teorie dei biotipi con cui lavoro sono le sue”.

Ma cosa  è un biotipo?

Esistono 5 diversi biotipi a cui tutti possiamo essere ricondotti e tramite cui possiamo individuare il nostro tipo funzionale, quali cibi mangiare e quando mangiarli per ottenere una salute ottimale, avere più energia e non sentirci affaticati, a qualsiasi età.

Esploratore, Cacciatore, Pioniere, Contadino o Danzatore? Elizabeth ha approfondito queste ricerche presso l’Institute of Classical Osteopathy di Londra e pubblicato le proprie teorie in cinque diversi ebook scaricabili dal suo sito http://www.elizabethbright.co/home.html

L’omeopatia, la naturopatia, in Italia sono ancora considerate come “un metodo blando, che se non fa bene, non fa nemmeno male”. In realtà le potenzialità di queste scienze sono infinite e le sue applicazioni si estendono dalla cura della depressione, dell’infertilità, dell’obesità, della prostatite e di molti altri ambiti.  “Il metodo di cura dell’ omeopatia consiste nel dare al corpo una millesima parte della sostanza che crea gli stessi sintomi di una malattia, per provocare una reazione di guarigione dal sistema immunitario,” ci spiega Elizabeth.

Possibile che il mondo si prepari ad una inversione di rotta e torni al tempo in cui non esistevano medicine, ma solo gli aiuti della natura?

Stefania Orengo