Attualità - 03 aprile 2015, 07:14

Imperia: Il titolare del Pennello Vincenzo Nepita dà l'addio alla movida. "Imperia? Vuole i benefici del turismo senza subirne i disagi"

Il locale resterà aperto e sarà gestito dall'ex socio Dimitri Verda. Vincenzo invece cambia vita. L'intervista.

Con la bella stagione riaprono i locali all'aperto e riprende la movida, amata dal popolo della notte e odiata da chi invece sceglie la Riviera di Ponente per godersi riposo e relax.

La prossima stagione estiva sarà però orfana di uno dei più grandi protagonisti della vita notturna degli ultimi anni, Vincenzo Nepita, rampante trentatreenne da quindici anni nel giro dei locali, su tutti il Pennello e il Pachamama. Vinz, come lo chiamano gli amici è stato per anni dipendente, poi titolare, di discoteche e pub. Un'esperienza che gli ha regalato le gioie più grandi, ma anche qualche dolore, come racconta nell'intervista al nostro giornale.

Partiamo dalle origini. Quando hai cominciato? "Una vita fa. Mi sono trasferito a Imperia dopo le superiori dalla Calabria per frequentare la facoltà di giurisprudenza. Vivevo da mia zia, ma per mantenermi agli studi ho fatto diversi lavori, tra questi, ho cominciato a fare serate nei locali, da Alassio a Bordighera. Ricordo tra gli altri il Querida e il Sortilegio a Diano Marina, il Joy di Alassio, il Morgana a Sanremo, il Betise a Ospedaletti, I Sognatori e il Funky Town a Imperia. Nel 2008, insieme alla mia ex moglie Anna Bianco, ho deciso di avventurarmi nell'apertura del Pachamama, il mio primo locale, alla Fondura. Nel 2010 ho aperto il Pennello insieme a Dimitri Verda che quest'anno continuerà a gestirlo senza di me".

Il locale che ti ha reso popolare: "Esatto. Diciamo che le maggiori soddisfazioni le ho avute al Pachamama perché si era creato un vero e proprio indotto di quartiere. La gente veniva a prendere l'aperitivo da me, poi andava a mangiare in una pizzeria nei pressi, poi andava all'Arci o tornava al Pachamama dove nel frattempo era iniziata la musica dal vivo. Al Pennello era diverso. I nostri giovedì erano diventati molto frequentati. Ci sono state serate da 1.200 spettatori. Una cosa unica".

Gioie e dolori, dicevamo, nella gestione dei locali. Nel 2013 avevi avuto un problema proprio al Pennello: "Sì, per una pedana che avrei dovuto smontare, ma abbiamo risolto tutto. Diciamo che quello non era un bel periodo da quel punto di vista. C'erano state diverse problematiche per i dehor e le pedane di molti locali. Dal punto di vista personale, il lavoro notturno è stato una delle cause del mio divorzio da Anna che però avevo conosciuto quando lavoravo ai Sognatori".

Dal vostro matrimonio, quattro anni fa è nato Luca: "Uno dei principali motivi per cui ho lasciato questa vita. Adesso faccio il referente vendite per una ditta che si occupa di forniture di alberghi e ristoranti, ma anche locali notturni. Ma ora che sono dall'altra parte mi godo i week end con Luca".

Tornando ai problemi dei gestori. Se sono stati risolti quelli relativi a pedane e dehor, sembra di difficile soluzione la questione decibel. In questi giorni la titolare de La Fighera, pub sorto nei locali del Pachamama, Silvia Bonato si è sfogata dopo l'ennesimo rilievo da parte dell'Arpal che porterà a una sanzione.

"Imperia è una città difficile, perché vorrebbe i benefici del turismo senza avere i disagi che questo comporta. Credo che i locali notturni debbano rispettare le regole, ma al tempo stesso ci deve essere flessibilità da parte di chi presenta gli esposti. È impossibile rispettare le emissioni di decibel. Un locale che di notte trasmette musica sforerà sempre, ma L'Arpal interviene solo se qualcuno presenta un esposto, e credo che questo si potrebbe evitare se si vivesse pacificamente".

Francesco Li Noce