Il Professor Paolo Crepet e la sua raffinata eloquenza sono stati ospiti della Società Ippica di Sanremo, ieri mercoledì primo aprile.
Il nuovo evento, organizzato dalla Presidente della più antica istituzione sportiva della città dei fiori, Maria Grazia Valenzano Menada, ha visto la partecipazione di un folto pubblico, tra cui anche i ragazzi della Società, sempre presenti alle iniziative culturali del loro centro ippico. Il Professor Crepet, elegante anche nella puntualità, ha intrattenuto i presenti con un monologo di quasi due ore passando in rassegna eventi della vita e della morte, da cui nessuno dei presenti poteva sentirsi escluso.
“Domani è un altro giorno? Non sono d’accordo. Domani è un giorno in meno che avremo da vivere, tanto che ad ogni tramonto dovrebbe essere naturale piangere”, esordisce il Professore che sottolinea più volte quanto, nella sua personale filosofia della vita, non esista il lieto fine. “Un finale per forza felice non esiste nella vita come non esiste nei miei libri”. La morte, tema affrontato dal Professore con acuta ironia e sottigliezza è stata al centro del monologo di oggi. Crepet ha voluto offrire l’esempio di come si possa affrontare serenamente un finale, che per natura non è lieto, avendo la consapevolezza che nella vita si è stati sognatori, visionari e si è tentato di lanciare il proprio cappello un po’ più in la degli altri, “senza metterlo su un attaccapanni, come fa la massa”.
Steve Jobs, il sognatore e realizzatore più famoso degli ultimi anni, “ha lasciato questa vita in modo sereno sapendo di aver azzardato e di aver dato il proprio contributo ai geni del domani” afferma il Professore in una platea incantata dalle sue parole semplici, sussurrate e taglienti come un’ascia. I ragazzi presenti in sala e le nuove generazioni sono stati un punto importante nel discorso odierno del Professore che ha polemizzato sulla “crisi dei cervelli in fuga”, non facendosi una ragione di come si possano criticare dei ragazzi che vogliano partire per fare esperienza, per lasciare la strada vecchia in favore di quella nuova.
“Se i ragazzi tornano, al termine di questa fuga, quale sarebbe il problema nel farli partire? Cosa si teme esattamente? Che non tornino più rendendosi conto che all’estero vengano apprezzati solo per le proprie capacità” dice Crepet. Durante la serata il Professor Crepet ha presentato il suo ultimo libro “Il caso della donna che smise di mangiare“ in cui il tema principale è l’anoressia. “ L’anoressia è stata solo il pretesto per poter parlare di una donna e della sua difficoltà nell’ essere se stessa. Quante volte ci dicono di essere noi stessi, e quante volte non ci riusciamo? Essere se stessi, essere essenziali è la cosa più difficile al mondo” conclude Crepet.
Il Professore ha infine risposto a numerose domande del pubblico con la preparazione diplomatica e la calma freudiana che lo caratterizzano.