Attualità - 24 febbraio 2015, 21:18

Sanremo: terrorismo internazionale, il procuratore capo Spataro ai Martedì Letterari “Gli allarmi vanno considerati ma non si deve eccedere"

Prima di incontrare il pubblico per parlare del suo libro ‘Ne valeva la pena’ (Editori Laterza), il magistrato si è trattenuto qualche minuto con i giornalisti rispondendo ad alcune domande sullo stato della giustizia e sulla questione terrorismo.

“Gli anni di piombo sono alle spalle, abbiamo sul piano interno fenomeni di violenza diffusa che nascono da pubbliche manifestazioni però è qualcosa di molto diverso dal terrorismo degli anni ‘70 e ‘80. Ora abbiamo il fenomeno del terrorismo internazionale”: ad affermarlo è stato il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, ospite quest’oggi della rassegna dei Martedì Letterari al Teatro del Casinò di Sanremo.

Prima di incontrare il pubblico per parlare del suo libro ‘Ne valeva la pena’ (Editori Laterza), il magistrato si è trattenuto qualche minuto con i giornalisti rispondendo ad alcune domande sullo stato della giustizia e sulla questione terrorismo.

“Gli allarmi vanno sì considerati ma non si deve eccedere – ha detto Spataro in merito alla preoccupazione per le minacce dell’Isis -  trovo persino una barzelletta quella secondo cui i terroristi potrebbero arrivare via mare con gli immigrati disperati. Il terrorismo internazionale è tale per definizione e troppo spesso la cooperazione non funziona. Io credo che l’Italia abbia gli strumenti per essere ferma, andare avanti, indagare, poiché abbiamo la migliore polizia giudiziaria del mondo e soprattutto abbiamo una cultura ed una tradizione alle spalle”.

Dal caso Tobagi, alle Brigate Rosse, dal sequestro di Abu Omar, alla ’ndrangheta al Nord: sono alcune delle inchieste più scottanti dirette in prima persona da Spataro. Magistrato dal 1975, ha sempre lavorato alla Procura della Repubblica di Milano, dove dal 2003 è Procuratore Aggiunto. Tra il 1998 e il 2002 è stato componente del CSM. Si è occupato di terrorismo interno, di criminalità organizzata e mafia, di terrorismo internazionale. Numerose le sue esperienze di lavoro e studio in campo internazionale.

“Terrorismo interno, mafia ed altri fenomeni criminali, sono stati contrastati con esperienza e capacità. Certo, poi, tutto può accadere perché questo terrorismo non è prevedibile neppure nei suoi protagonisti – ha proseguito ancora Spataro - l’Islamic State, è una realtà, purtroppo non è una fantasia, riguarda scenari di guerra e poi abbiamo a che fare con un movimento che sa sfruttare la modernità, le immagini che diffonde possono colpire. Dovremmo forse anche tutti interrogarci sul significato di quelle tute arancioni, di povere vittime del terrorismo, di cosa rappresenta quella immagine tanto più in una gabbia di ferro come qualche giorno fa si è visto. Forse richiama anche le colpe dell’occidente ma con ciò, neppure lontanamente si può pensare ad una sola attenuante. Ma anche questo ci manda al dovere di ogni democrazia ovvero il rispetto per le identità altrui. Usare per contrastare i fenomeni criminali la legge, ovvero i codici: non possiamo immaginare che si mettano da parte e sia accettabile una qualsiasi forma di violenza. Credo che le nostre democrazie abbiano gli strumenti per resistere anche a questi fenomeni”.

Infine sulla giustizia, il procuratore capo ha affermato: “Sono cambiate molte cose, non vi è la politica dell’insulto che ha anche umiliato la magistratura ma soprattutto intaccato l’immagine. I problemi però ci sono sempre e di varia natura. Forse quelli più importanti riguardano l’investimento nella giustizia e il suo funzionamento. Basta visitare i palazzi e vedere in che condizioni si lavora, con mancanza di personale etc. sul piano delle riforme vorrei vedere in concreto interventi in termini di corruzione, prescrizione”.

Silvia Iuliano