Reportage: l'uomo tra la folla di #Sanremo2015: ecco il "Festival che non c'è", gli invisibili e abusivi senza targa

L'uomo tra folla del Festival che non c'è. O meglio che c'è ma non si vede, per dirla con lo scrittore statunitense Edgar Allan Poe. Immersa nel mare magnum della kermesse canora, Sanremo e' diventata, in queste ore, una sorta di metropoli caotica e convulsa, avviata su se stessa, con la sua folla variegata ma sostanzialmente anonima e incapace di comunicare con il soggetto, se non attraverso 'selfie' e scatti fotografici con vip e presunti tali.

La folla è quella in fila sul 'Red carpet' per la prima serata della 65a edizione del Festival. Personaggi tirati a lucido, vestiti sgargianti e accessori all'ultimo grido. Perché tra essere e apparire non c'è partita in questa settimana di Festival. L'uomo solo tra la folla ha invece il volto dei questuanti seduti a pochi metri dal cuore del Festival, ai bordi delle vie principali, sui gradini delle chiese, con la mano tesa in cerca di qualche spicciolo.

Ecco è questo il Festival degli invisibili, della targa dei "perdenti" che non verrà mai posata sull'asfalto di via Matteotti accanto alle targhe dei vincitori di Sanremo. Ma la stessa via ospita anche la rassegna degli abusivi, quei venditori di rose che si sono riciclati venditori di "selfie", con quel lungo bastone per gli amanti degli autoscatti con cantanti, ma anche con personaggi improbabili. Perché infondo tutto rientra nel calderone del pseudo-spettacolo, del teatro dell'improbabile.

Perché Sanremo e' Sanremo: dove, durante l'anno, ci si lamenta della presenza degli abusivi in vasca, e dove la settimana del festival ci si rivolge proprio a questi per comprare il "bastone del selfie" per la foto ricordo...