Sarà il Festival di pace amore e armonia quello del 2015. Lo si percepisce persino dalle prove. Tante le canzoni che parlano d'amore, nessuna polemica aleggia sulla testa dell'organizzazione e soprattutto c'è molta armonia fra lo staff e Carlo Conti. L'anomalia sta già nel fatto che per tutta la durata delle prove dei Campioni il mattatore della 65esima edizione canora rimane in sala, si presenta con il viso disteso (sempre bello abbronzato), sciarpetta al collo e si siede in prima fila: "Assistenti di volo pronti al decollo!" esordisce
La prima a salire sul 'senza fronzoli' palco dell'Ariston è Chiara (gli artisti provano nello stesso ordine in cui usciranno durante le serate) con faccia pulita e gonnellone di pelle. Lei è brava, ma il pezzo "Straordinario" è deboluccio. Conti presenta i cantanti seduto come uno spettatore, la voce è la sua, ma al suo posto, sul palco, un tecnico che ne fa le veci e finge di parlare. Tocca al bello e maledetto Gianluca Grignani. Appare nervoso, lo si percepisce dal fatto che in continuazione regola il volume del suo audio. Ben pettinato, quasi composto, ha perso un po' la sua grinta. La canzone è "Sogni infranti", speriamo non su questo palco dove tutto per lui è iniziato 20 anni fa. Camicia bianca, jeans e chitarra così si presenta l'Alex Britti che ti aspetti, compresa la sua "Un attimo importante". Compare il pianoforte sul palco: è la volta di Malika Ayane. Un Cappello che le copre il viso quasi per intero, giacca lunga e mani in tasca. "Adesso e qui" inizia con solo voce e piano (è ricorrente in questo Festival) sembra un po' la colonna sonora di un film, già visto. Dal 'facile' palco di Amici al più 'professionale' palco dell'Ariston il passo è breve, ma molto impegnativo per i Dear Jack che patiscono l'emozione... chi non la patirebbe! Quasi impacciati nella loro simpatica "Il mondo esplode tranne noi". Che spettacolo Lara Fabian, si percepisce dall'attacco che "Voce" è opera di Cremonini. Un'artista di spessore, voce perfetta, interpretazione magistrale. Difficile per il televoto.
Intanto Carlo Conti continua a dispensare sicurezza e buone parole per tutti. Cammina in platea, si gode il suo Sanremo come ultima volta da spettatore. Ma chi è questo baldo giovane? E' il ragazzo di sempre Nek, solita pettinatura sbarazzina, solito modo di muoversi, solite faccette, solita canzone. "Fatti avanti amore" è qualcosa di già sentito che ricorda a tratti altri pezzi. Entrano in scena due sgabelli bianchi e un pianoforte per Grazie di Michele e Mauro Coruzzi. Argomento impegnativo e delicato quello trattato nella loro "Io sono una finestra". Si vede che è interpretato, ma non si sente: le voci sembrano slegate, forse è colpa del 'gobbo' che fa le bizze. Indossa un maglione psichedelico che quasi si confonde con le luci della coreografia, ma la voce si percepisce bene e la sua "Una finestra tra le stelle" è anche piacevole. Annalisa porta al Festival una delle più belle e melodiche canzoni di questa edizione. Nesli, questo sconosciuto. Francesco Tarducci è un cantautore è la sua "Buona fortuna amore" tra il rap e la musica black sembra un carillon. E' da riascoltare.
"E martedì l'abbiamo fatto - esordisce il Conti riferendosi ai cantanti che si esibiranno nella prima serata del Festival e che hanno terminato le prove - . Facciamo un applauso ai nostri maestri dell'orchestra!". Mercoledì la prima a rompere il ghiaccio sarà la statuaria Nina Zilla. Elegantissima nel suo blues "Sola". Brava e coinvolgente, nulla da dire. Faccio fatica a riconoscere Marco Masini. Dimagrito, con gli occhiali e la barba incolta. La voce "graffiante" è sempre la sua e la romantica "Che giorno è" è nel pieno stile e ricordo dei vecchi tempi. Ammagliante e sexy anche con maglioncino bianco, jeans e tacchi vertiginosi è Anna Tantangelo. Troppo autocelebrativa la sua "Libera" anche nella scenografia che proietta le sue foto. Manca la mano di D'Alessio.
"Coro avete bisogno di acqua?" interviene ancora il compassionevole Conti". "Vado a prendervela al bar!" Niente acqua, ne pausa pipì. Le prove devono andare avanti, lisce come l'olio. Raf è assolutamente lui, senza fronzoli è il suo romanticismo. Elegante anche nel vestire."Come una favola" il titolo del suo pezzo che sembra davvero vissuto. Si torna indietro nel tempo con i tre tenori Il Volo. Sembra di sentire una vecchia canzone di Claudio Villa, sulle doti vocali e l'affiatamento dei tre non si discute. La canzone "Grande amore" è d'altri tempi, ma ben amalgamata con qualcosa di moderno. Lo stile inconfondibile è quello di Irene Grandi. Sorriso stampato sulla faccia e grinta da vendere nella sua interpretazione di "Un vento senza nome". Una melodia molto particolare, non ci si può fermare al primo ascolto. Il palco si trasforma in un teatrino, arriva una banda di paese e viene piazzato un tavolino con tre sedi per accaniti giocatori di carte. Biggio e Mandelli (I soliti idioti) scimmiottano un po' come Cochi e Renato, ma ci sono problemi di audio. "Questa cosa è successa solo a noi?" chiedono simpaticamente. "E' ovvio ci avete affibbiato il numero 17!" E l'imprevisto diventa un siparietto. Carlo cerca di rincuorarli, ma loro non lo vedono, non lo percepiscono seduto in prima fila: "Non ti vedevamo Carlo, ti sei mimetizzato e dire che le poltrone non sono marroni!" La loro canzone "Vita d'infermo" è la colonna sonora del loro film. Non sono venuti qui per vincere Sanremo, che dite? Una piacevole sorpresa è "Siamo uguali" di Lorenzo Fragola. Lui ha la faccia da bravo ragazzo, neanche troppo emozionato. C'è la mano di Fedez nel pezzo e si sente.
Si continua con le sorprese, perché non è niente male Bianca Atzei. Voce graffiante, swing di altri tempi per la sua "Il solo al mondo". Lei ha grinta ed è pronta per giocarsela. Mi perdonerete, ma mi sono persa Moreno. La sua canzone "Oggi ti parlo così" non ci sono dubbi, sarà un rap, ma sarete costretti a guardare il Festival sino all'ultimo minuto mercoledì sera per godervela senza di me.