"Dieci giorni fa il Sindaco di Imperia è stato condannato, ad un anno e 4 mesi di reclusione, per un reato molto grave ed odioso. Tale da squalificare moralmente chiunque, ove realmente commesso.
Ho preferito non commentare, trattandosi di una sentenza di primo grado, attinendo i fatti alla sfera strettamente privata, non conoscendo le motivazioni della sentenza (non ancora depositate) e le precise contestazioni mosse dalla Procura e ritenute pienamente provate dal Tribunale di Imperia.
Devo dire però che, da cittadino, ho provato un certo imbarazzo e trovato sconcertanti le dichiarazioni del Sindaco che si è detto, testualmente, 'più forte di prima' dopo la sentenza.
Quasi che una condanna fosse una medaglia al merito.
Oggi si apprende che il Sindaco è indagato per una reato, di tutt'altra natura, ma sempre molto grave, di natura fiscale, con addirittura il sequestro dei beni personali ed aziendali.
Anche questa seconda vicenda attiene alla sfera non politica, in questo caso imprenditoriale, del Sindaco.
Leggo che il Sindaco, si dice sereno e per nulla turbato dal fatto.
Mi fa piacere per lui. Personalmente non sarei affatto sereno e credo farei una seria riflessione sulla opportunità di continuare a rappresentare una città che ha già grossi problemi e, anche per vicende del recente passato, ha necessità di avere una immagine dei suoi rappresentanti limpida sotto ogni profilo.
Del resto, la campagna elettorale di Capacci è stata vinta, in gran parte, facendo leva su questi temi, talvolta in modo discutibile.
Non intendo quindi cavalcare le disavventure giudiziarie del Sindaco e gli auguro, se innocente, di uscirne nel migliore dei modi.
Ricordo solo a me stesso quello che, Plutarco, fa dire a Cesare: 'La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta'.
Ciò vale, a maggior ragione per Cesare.
Giuseppe Fossati
Imperia riparte".