Ventimiglia Vallecrosia Bordighera - 27 ottobre 2014, 13:02

Ventimiglia: la città si interroga sul fenomeno migratorio. Domani l'evento "Orizzonti Mediterranei", giovedì la proiezione di "Io sto con la sposa"

L’evento è stato organizzato in stretta collaborazione con il Comune di Ventimiglia dal professor Pippo Malatino e dalla professoressa Nadia Ferraldeschi, insegnanti dell'Istituto Comprensivo “Biancheri di Ventimiglia, che ha sviluppato già dall’anno scorso un progetto comune con l’Istituto Omnicomprensivo 'Luigi Pirandello' di Lampedusa.

“Il tema dell'immigrazione è qualcosa a cui l'amministrazione tiene molto, le ultime vicende hanno reso necessaria una riflessione sull'argomento e la necessità di guardare al fenomeno migratorio come a qualcosa di più complesso, dietro il quale c'è soprattutto disperazione.” Lo ha detto questa mattina l'Assessore alla cultura Guido Felici alla presentazione del documentario “Orizzonti mediterranei – storie di migrazione e di violenze” che verrà proiettato domani alle ore 18.00 al Forte dell'Annunziata. 

Storie di Lampedusa, di migrazione, sbarchi, ma soprattutto storie di persone. Il film mira ad evidenziare ciò che molto spesso i media trattano in maniera frettolosa e superficiale, sottolineando il grave disinteresse manifestato dall'Europa verso un evento di grandissima portata, come quello dell'immigrazione, spesso non raccontato in tutte le sue sfaccettature; un fenomeno che coinvolge prima di tutto esseri umani. 

Lampedusa isola di frontiera, come è la città di Ventimiglia che, probabilmente più di altre città si trova a fare i conti con il fenomeno migratorio e tutto quel che ne consegue, ma che questa settimana ha voluto interrogarsi su di esso dal punto di vista culturale e sociale “per far capire – ha continuato l'assessore – che cose che sembrano assolutamente nere, contengono anche degli spiragli di luce; cose che hanno la parvenza di essere solamente pericolose, rappresentano invece uno scambio, una risorsa.

L’evento è stato organizzato in stretta collaborazione con il Comune di Ventimiglia dal professor Pippo Malatino e dalla professoressa Nadia Ferraldeschi, insegnanti dell'Istituto Comprensivo “Biancheri di Ventimiglia, che ha sviluppato già dall’anno scorso  un progetto comune con l’Istituto Omnicomprensivo 'Luigi Pirandello' di Lampedusa. 

Al fine di continuare la riflessione sul fenomeno migratorio, giovedì verrà proiettato il film “Io sto con la sposa”, documentario diretto da Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry, alla cui sceneggiatura ha preso parte anche il noto professore ventimigliese Enzo Barnabà. 

Il film racconta la storia di un poeta siriano e un giornalista italiano che lo scorso anno hanno aiutato cinque profughi siriani e palestinesi, arrivati a Milano dopo essere sbarcati a Lampedusa, a raggiungere la Svezia, senza essere arrestati dalle autorità. Coinvolgendo una giovane ragazza siriana con passaporto tedesco, il gruppo ha inscenato un corteo nuziale, insospettabile per qualunque frontiera.

E così, durante il viaggio di quattro giorni che li ha visti arrivare in auto fino a Ventimiglia, proseguire a piedi attraverso il “Passo della morte” - che a Grimaldi Superiore segna il confine tra Italia e Francia – e poi continuare di nuovo in auto attraverso il Lussemburgo, la Germania, la Danimarca e, infine, la Svezia; i protagonisti raccontano le loro storie e i loro sogni sperando soprattutto in un futuro senza né più guerre né più frontiere.

Alcune scene sono state girate proprio a Grimaldi presso le Case Gina, le abitazioni abbandonate dove dai passeur venivano “stoccati” i candidati all’emigrazione clandestina verso la Francia, e al Passo della Morte. Presentato alla Mostra di Venezia, il film sta ottenendo oggi un successo inaspettato. 

“In esso ci sono molti punti di Ventimiglia che gli stessi abitanti apprezzeranno – ha continuato Barnabà – vorrei cogliere l'occasione per invitare il Comune di Ventimiglia a ripristinare il sentiero della Mortola, in cui dal '45 al '60 sono morte 150 persone, magari ribattezzandolo con il nome di sentiero dell'amicizia o della speranza”.

Simona Della Croce