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Al Direttore | 23 febbraio 2014, 21:44

Sanremo: pic-nic sul prato di Santa Tecla, ecco il pensiero del nostro lettore Fabrizio Lupi

Sanremo: pic-nic sul prato di Santa Tecla, ecco il pensiero del nostro lettore Fabrizio Lupi

Un nostro lettore, Fabrizio Lupi, ci ha scritto dopo aver letto le mail dei Sig.ri Merlo e Rossi, relativamente al pic-nic sul nuovo prato di Santa Tecla da parte di un gruppo di zingari:

"Mi complimento con i colleghi lettori, arguti conoscitori del diritto visto come difendono il diritto di fruibilità del verde pubblico, riconoscendo al contempo che se una persona è poco educata lo è a prescindere dall'esistenza di un cartello di divieto visto che non rispetta il bene comune. Il Sig. Rossi accenna poi al fatto che, per il bilancio comunale, mantenere il verde in ordine costa parecchi denari. Verissimo, però sarebbe il caso di fare un repulisti anche nella zona del Lungomare delle Nazioni, sotto le cui palmette albergano clandestini e tossicomani, dato che camminare sul marciapiede è divenuto impossibile in quanto le foglie ed i rami delle palme obbligano le persone ad abbassare la testa (quando basta) per transitare. Ci si domanda a cosa serve un prato se non a calpestarlo, entrambi vorrebbero andare a prendere il sole dentro i giardini di Villa Ormond: sarebbe come pensare di andare a stendere il deretano sul prato del Giardino di Boboli o nei Giardini Vaticani; non ci si indigna per un divieto a Firenze o a Roma ma Sanremo deve essere città aperta. Sfido entrambi i lettori ad andare in un giardino pubblico sanremese e a sdraiarsi sul prato, saranno fortunati se non tornano a casa con i residui di cacca di cane stampati sulla schiena; basta vedere come sono conciati i nostri marciapiedi. Se poi vogliono vedere un giardino molto ben curato sotto questo aspetto, basta che si fermino a vedere quello che costeggia il muro esterno della caserma militare di Via Lamarmora: il ricordino più piccolo peserà due etti. Anche questo aspetto va annoverato tra l'avere rispetto del verde e della cosa pubblica, un qualcosa a cui noi cittadini sanremesi siamo particolarmente restii. Già che ci siamo, perchè non mettiamo due belle porte da calcio davanti a Santa Tecla? Cari colleghi lettori, molte delle vostre argomentazioni erano condivisibili in linea di principio. Avete però perso il focus che si voleva mettere in risalto con la segnalazione del pic-nic: non è questa l'immagine che vogliamo dare di Sanremo, visti i soldini investiti per risistemare un area che fino a pochi anni fa era ritrovo di tossici, coppiette e urinatoio a cielo aperto. Soprattutto non e' questo il turismo che vogliamo a sanremo. Abbiamo frotte di venditori abusivi in tutta Via Matteotti, zingari ad ogni angolo di chiesa ed ora, dopo il pic-nic in Piazza Colombo di qualche mese fa, un bel pranzetto quali primi fruitori del nuovo prato vista mare? Non bastano i discorsi, ci vuole azione e per questo sono necessari gli attributi. Ci indigniamo se qualche lettore attacca gli zingari che bivaccano in piazza Colombo o a Santa Tecla e, al contempo, ci incazziamo se quegli stessi zingari ci vengono a rubare in casa? O se, parcheggiata l'auto al Lungomare Nazioni, al ritorno ci troviamo il vetro rotto e gli oggetti asportati da uno dei molti scansafatiche che vivono nei giardini? E se la casa fosse quella di un turista in ferie a Sanremo, o se la macchina fosse quella di un turista di passaggio per visitare la città? Che pubblicità può fare alla nostra città? Non credo spinga i suoi conoscenti a visitare Sanremo o ad acquistare un alloggio. La sicurezza dei cittadini non viene da qualche telecamera scarsamente funzionante. Se volete, posso dirvi che gli zingari che questuano in città vivono tutti in zona La Vesca (niente frane per loro....) che al mattino prendono il bus per venire a lavorare (con evasione di biglietto). In questi giorni a Sanremo abbiamo il fior fiore delle Forze di Polizia, dal Nucleo Prevenzione Crimine al Reparto Mobile; che il Questore ci presti mezza giornata un paio di squadre, che il repulisti lo si può fare. Purtroppo, gli zingari sono cittadini comunitari verso i quali esistono solo i fogli di via (come quelli fatti ai precari napoletani del Festival) ma per tutto il resto (no, non c'è Mastercard) si può procedere con l'applicazione delle norme sulla clandestinità fino al rimpatrio coatto. Oppure, riprendendo un concetto caro al nostro Sindaco verso altri turisti, che però qualche soldo a Sanremo lo portano, potremmo sfruttare la famosa chiatta lancia persone posta al casello di Coldirodi con direzione Corsica".

Carlo Alessi

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