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Al Direttore | 23 febbraio 2014, 18:12

La Liguria Bizantina nel nuovo racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

La Liguria Bizantina nel nuovo racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Lassù sul Priamar, sotto le tegole di coccio, insieme a vasi di provenienza africana, è stata rinvenuta sepolta gente venuta dal mare: gente che parlava una lingua imbastardita dal greco e che, costeggiando l'Adriatico, era arrivata sotto la rocca di Savona per ristabilire il dominio del Sacro Romano Impero d'Occidente, spazzato via dai barbari.

Forse, spulciando qualche termine, troviamo anche il termine "baxeicò" che si accenta alla greca, ma che, comunque si mastichi, sa sempre di basilico. Alla maggior parte di essi toccò una fine in battaglia, agli altri, dopo la vittoria, una morte serena. Per tutti, comunque,la nostalgia per l'Oriente rimase immensa e le tombe, rivolte, in un gesto di sacrale pietà, verso levante, verso Bisanzio, terra natia mai più rivista. L'organizzazione civile e soprattutto militare bizantina aveva i suoi capisaldi a Ventimiglia, nell'intera area intemelia nella zona di Taggia e della Valle Argentina e comprendeva Diano, Albenga, Savona e Genova. Bisanzio sognò, in qualche modo, di restaurare l'antica egemonia romana in Italia e in particolare a Ponente, ma la guerra greco-gotica (535-553), eliminando dalla scena gli Ostrogoti, barbari in parte civilizzati, distrusse quel cuscinetto che forse avrebbe salvato l'Italia da guai peggiori. Invece, tra il 535 e il 553, appunto, i due generali bizantini, Belisario e Narsete diedero una ripulita all'Italia, aprendo, però, la strada ai Longobardi che, nel 569, invasero la pianura padana e nel 643, i spinsero al mare con il loro seguito di rovine. Del carattere del loro re Rotari non si conosce molto, ma non doveva certo essere un gentiluomo, visto che nel 643 il suo biglietto di presentazione fu quello di bruciare Genova, Savona e Albenga. L'incendio illuminò a giorno le notti della regione, ponendo fine alla dominazione bizantina, che pur era stata una parentesi felice per la zona, se pur non sempre i rapporti tra i bizantini e i liguri-romani non furono idilliaci.

La fine della presenza bizantina contribuì a soffocare il rinascente spirito di espansione commerciale di Savona che venne ridotta ad un borgo o poco di più. Anche a Ventimiglia le tracce bizantine vennero quasi cancellate dalla conquista di Rotari: Ventimiglia e le località ad est e ad ovest della città, oggi identificate nel tratto tra Sanremo e Mentone e dintorni, avevano recuperato con i bizantini l'antico splendore dell'epoca romana, splendore che anticipava già la vocazione turistica della futura Riviera.

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