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Politica | 16 gennaio 2014, 16:47

Sanremo: caso spiagge libere attrezzate, Renda (assobalneari) racconta che cosa hanno dovuto passare tanti giovani imprenditori di questo settore

In una lettera Paolo Renda fa il punto sulla situazione affrontata da molti giovani che hanno investito in uno stabilimento balneare.

Paolo Renda

Paolo Renda

"Caro lettore che sta prendendo visione di questo articolo, magari onesto padre di famiglia e allo stesso tempo ad un/una giovane ragazzo/a che come me, nel futuro della sua vita decida di entrare nel mondo del lavoro da imprenditore".

Con queste semplici righe inizia la lettera di Paolo Renda presidente regionale di Assobalneari - Confindustria e il coordinatore nazionale per le SLA (spiagge libere attrezzate, comunemente dette 'comunali'. E' di questi giorni una nuova protesta da parte della categoria che martedì sera ha protestato in consiglio comunale a Sanremo, presentandosi con un cappio intorno al collo a simboleggiare come si sentono tutti questi imprenditori. 

"E’ possibile che credendo nel proprio territorio, questo ragazzo dopo qualche anno lavorato, magari riuscendo a risparmiare quei soldini utili da permettergli di investire su di una attività, nello specifico turistico/balneare, (di competenza comunale, quindi all’apparenza garantita!) e che successivamente, dopo aver impiegato tutti i suoi  capitali, si ritrovi esposto finanziariamente per eventuale investimento di riqualificazione dell’Area in gestione, ma che allo scadere dei “termini di affidamento” non venga in nessun modo tutelato. - racconta Renda - E’ possibile che nelle gestione di un decennio dello stabilimento balneare, ad esempio, capitino calamità come mareggiate devastanti che sia nel 2009 e successivamente, nel 2010 (proprio nella notte di capodanno), distruggano parte del litorale ligure, di cui soprattutto il Ponente e che il “padrone” di casa del terreno sabbioso concesso, ovvero il Comune di Sanremo, ti comunichi di non disporre di fondi per le emergenze".

Quindi, i lavori di ricostruzione dell’intero danno, sia del molo che dello stesso arenile (parliamo di decine di migliaia di euro!), sono a carico dell’affittuario (ovvero il Gestore) e ci si trova ad un bivio: o si rinuncia a tutto per momentanea incapacità economica personale e si fallisce o si ritorna a richiedere di essere finanziati dai vari Istituti di Credito, che a loro volta richiedono garanzie al riguardo. Magari, si è costretti a chiedere, se si è fortunati, per ovvie ragioni, al proprio padre se possa aiutarci a ricreare quelle condizioni infrastrutturali che permettano di ricostituire una spiaggia a tutti gli effetti, garantendo con un proprio bene famigliare, cioè la casa". 

"E’ possibile, - prosegue Renda - che alla stipula del contratto di affidamento della spiaggia risalente al 2001, il proprietario del terreno (quindi della spiaggia), ovvero il Comune di Sanremo,  ti conferisca il bene per un periodo di 12 anni, obbligato in solido a costruire da zero lo stabilimento balneare, i servizi, le fognature, tutti gli allacci vari, la creazione dello stesso lido rispettando i dettati dell’Ufficio ambientale e le condizioni per la messa in sicurezza del luogo (anche qui,, parliamo di investimenti da 100mila euro in su, non barzellette!). Come del resto, era previsto nel capitolato d’appalto e per il quale si è vinto, ma allo stesso tempo metta una clausola, al quanto “forzata” aggiungerei, che prevede che al compimento del 6° anno di gestione del bene demaniale, tutto quello che si è costruito e creato, tutto, venga d’ufficio conferito a titolo gratuito alla stessa proprietà, ovvero allo stesso Comune di Sanremo, oltre che il gestore/condomino abbia pagato regolarmente il canone demaniale di competenza e tutti gli oneri comunali vari, sia nei primi 6 anni che nei rimanenti 6 successivi".

"Vi sembra realistico, dopo che tutti noi stiamo affrontando una recessione economica di dimensioni globali, che un giovane imprenditore che crede nel proprio luogo di nascita e ci investe tutto e di più, con la crisi di questi ultimi anni che ha sottratto potenziali utili effettivi, (figuriamoci nelle attività di servizi del piacere della persona poi, per i quali se ne può fare abbondantemente a meno), con la sua amata Impresa turistico/balneare sia riuscito a rientrare dei propri capitali/investimenti in così pochi anni attraverso tutto quello che abbiamo appena raccontato, oltretutto addossandosi l’onere (ritenuto non di sua competenza) pesantissimo di spese extra-straordinarie come parte della ricostruzione della stessa spiaggia, porzione di costa di pubblico dominio, dove, appunto, insisteva la propria attività  e con la quale faceva fronte al mantenimento degli impegni presi con le Banche, oltre al proprio sostentamento".

"Qualcuno davvero crede che ci siano state le condizioni ordinarie e ottimali per poter attuare la decadenza dei vecchi appalti e attivare il rinnovo dei contratti di affidamento di queste  16 SLA con nuove gare, come era stato programmato 12 anni fa, senza porre un analisi circostanziale e approfondita dell’attuale situazione nella quale avversa la categoria dei balneatori pubblici di Sanremo?! - chiosa Renda - Con questa situazione che fotografa la realtà dei fatti, tutti documentabili, desidererei sapere da quel padre di famiglia e da giovani futuri imprenditori, con che spirito possano immaginare il proprio futuro e con che coraggio possano accettare di porre le proprie vite, le proprie carriere, nelle mani di questa attuale categoria politica locale, incapace di gestire il “bene” pubblico, che non è una semplice lingua di sabbia, ma sono le “persone” del territorio che lo compongono".

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