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Al Direttore | 15 gennaio 2014, 20:28

La Liguria e le sue anime nel racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

La Liguria e le sue anime nel racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Nell'epoca augustea, la Liguria era la IX provincia dell'impero. Essa comprendeva vasti territori, dall'attuale Piemonte, che comunque era stato sede di popolazioni celtoliguri di grande rilievo a parte dell'attuale Emilia. Al di là del Po, che comunque resta corso d'acqua legato profondamente alle leggende, alla storia e alle tradizioni, la Liguria confinava con la Transpadana, Più o meno con i confini odierni, confinava ad est con la VII provincia, cioè l'Etruria, e ad ovest con la Regione delle Alpi Marittime e Cozie, pur comprendendo i litorali pre-gallici di Porto Ercole (la moderna Monaco, dove l'eroe greco si era intrattenuto nelle sue celebri fatiche sulla via della Spagna e dell'Atlante) e di Nizza.

Quando l'ultimo dei classici, Rutilio Namaziano, lasciò nel IV secolo Roma in un clima di grande incertezza per far ritorno in Gallia (la Roma d'Occidente), attraversò la Liguria nella sua totalità e ne descrisse i luoghi, esaltandone le qualità e atmosfere. Il nome proprio Liguria è sempre stato strettamente amministrativo da quando Augusto suddivise l'impero romano e divenne contemporaneo alla riunione di essa al Piemonte, dopo il Congresso di Vienna del 1815. I Liguri, tuttavia, com'è noto, non furono entusiasti di questa decisione e covarono forti malumori: del resto i Liguri non amarono mai i Savoia che rappresentarono sempre un pericolo per la loro Repubblica, oltre a costituire una mira economica rilevante per la corte di Torino. L'attrattiva turistica che la Liguria esercitò sulla la famiglia reale sabauda non fu tale, almeno in  primo momento, da suscitare da parte del Piemonte politiche sociali adeguate nei confronti della popolazione ligure che nel XIX secolo moriva letteralmente di fame.

L'emigrazione ligure nel mondo crebbe soprattutto a causa di quelle tristi condizioni, anche se già nel XVI-XVII-XVIII secolo l'emigrazione era già un fenomeno sensibile (verso la Spagna per ragioni demografiche, dopo la cacciata degli ebrei, e verso la Francia per motivi pratici di vicinanza territoriale). L'aggettivo ligure, invece, fu strettamente politico e legato all'altro "democratico", che i francesi vollero dare nel 1797 allo stato "fantoccio" della Repubblica Ligure, che sostituiva la Repubblica Aristocratica di Genova. In Liguria, inoltre, non esiste un vero e proprio dialetto ligure, ma, come si è sempre detto, una famiglia di dialetti liguri, così non si può parlare di un comune spirito ligure, perché esistono tante e diverse Ligurie (e in ciò sta la ricchezza di questa terra). 

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