Politica - 15 gennaio 2014, 01:55

Sanremo: ok alla convenzione Festival. Donzella "Atto illegittimo". Leuzzi (Pdl) "Operazione positiva per la città"

"Non votando la pratica, non potendo modificare nulla, si sarebbe rischiato un aggravio sulla situazione di bilancio 2013" ha detto Giuseppe Sbezzo Malfei (Pdl). "C'è stato un aggiramento volontario e delittuoso del consiglio comunale" ha accusato Daniela Cassini.

E' stata la discussione sulla convenzione con la Rai per il Festival ad accendere la seduta del consiglio comunale di Sanremo. L'assise cittadina si è infatti confrontata sulla modifica della convenzione attualmente in vigore e sul recente rinnovo triennale 2015-2017 stipulato dal sindaco Maurizio Zoccarato a Roma. La pratica è stata illustrata il vicesindaco ed assessore al turismo Claudia Lolli.

"Il rinnovo prevede il versamento per i prossimi tre Festival rispettivamente di 5,5 - 5,25 - 5 milioni di euro. Questi sono ovviamente compensi più bassi rispetto al triennio precedente - ha spiegato - ma bisogna tenere presente che c'è una realtà nuova, e anche se non ci piace dobbiamo adeguarci. Per la Rai il Festival non è più un evento irrinunciabile, mentre per noi è fondamentale. La Rai non ricava più i profitti di un tempo dal Festival e per questo, in tempi di spending review, ne ha perso molto interesse. La pubblicità non è più bassa in termini numerici, ma a livello di incassi. Nel 2012 ha subito addirittura delle perdite, mentre nel 2013 ha coperto i costi, che quindi ora deve contenere. Ricordiamoci che tre anni fa la Rai ci offrì inizialmente addirittura solo tre milioni ad edizione".

"Il rischio è che la Rai possa considerarlo un evento superfluo - ha aggiunto Claudia Lolli - come se fosse una cosa di cui poter rinunciare. Da molte parti viene addirittura considerato un baraccone costoso. Quindi occorre realismo. Con questa convenzione abbiamo garantito il Festival per i prossimi tre anni, a vantaggio dell'economia locale. Siamo l'unico posto dove la Rai non solo non si fa pagare, ma paga. Il corrispettivo è stato anticipato al Comune, perchè noi dobbiamo rispondere ai parametri del patto di stabilità interno. Con questo risultato potremo non aumentare le rette e le mense dei ragazzi nelle scuole, così come le tariffe del sociale e l'Imu. La regola - ha concluso - è quella di non penalizzare i cittadini e a questa ci siamo attenuti".

"Perchè il sindaco, essendo disponibile il presidente del consiglio comunale, tutta la minoranza e buona parte della maggioranza, non ha voluto portare prima la delibera nell'assise comunale spogliandola di una sua prerogativa ? - ha chiesto il consigliere d'opposizione Massimo Donzella sollevando una questione formale - Sul piano sostanziale, bisogna poi rilevare che è stata la stessa Rai a dire che con questa nuova convenzione avrebbe avuto un risparmio di 5,25 milioni di euro. E' quindi facile capire, in base ad un semplice sillogismo, che se un soggetto ha un vantaggio, l'altro ha un danno. Se c'erano davvero dei vantaggi, questi dovevano essere sottoposti prima al consiglio comunale. Questa Amministrazione ha infatti l'abitudine di trattare questioni per conto proprio. Il Festival è invece della città e dei cittadini. Questo è un atto abusivo e clandestino, non avendo ricevuto le linee guida dal consiglio comunale che ne è competente.

"Andando invece da soli, e trattando per conto proprio con un colosso come la Rai, è come mettersi ad un plotone di esecuzione. La Rai, a fronte della richiesta del Comune di anticipargli 7 milioni di euro, ha posto le sue condizioni dicendo: prendere o lasciare. Il Comune non ha avuto nessuna autonomia negoziale, non avendo potere contrattuale, ed è andato a concludere l'accordo in stato di bisogno per non fallire. Nella convenzione è inoltre detto che se venisse modificato qualcosa salterebbe tutto l'accordo. Il danno per il Comune è un minor introito totale sui prossimi tre Festival di 5,25 milioni di euro, più lo sconto concesso di 210 mila per quest'anno. Addirittura nei tre anni si prende in considerazione un ordine decrescente dei compensi, quindi il nostro rapporto è stato già indirizzato verso lo zero. C' è un vizio formale e sostanziale, quindi l'atto non ha valore. Come farebbe un giudice contabile a dire che non c'è stato un danno per il Comune, quando inoltre senza aver neanche ricevuto un incarico dal consiglio comunale si è andati a fare quella trattativa. Che ci sia stato uno squilibrato nel rapporto contrattuale, lo si evince anche dal fatto che la Rai ha anche chiesto un fideiussione. Non si è mai visto che venga chiesta ad un Comune come quello di Sanremo una fideiussione di 7 milioni di euro. Non è vero che senza la convenzione ci sarebbe stato il dissesto, se si dice questo vuol dire che è un contratto stipulato in stato di bisogno e quindi, come tale, può essere rescisso. Noi questa sera, invece che dare indirizzi per andare a discutere la convenzione a Roma, veniamo chiamati solo per mettere dei timbri, ma non siamo mica diventati un ufficio postale".

"Sono allibito dagli interventi del sindaco Zoccarato e dell'assessore Lolli - ha preso la parola il capogruppo del Pd Andrea Gorlero - Non è vero che il saldo patto di stabilità, che è un meccanismo tremendo studiato dall'ex ministro Tremonti, sarà zero il prossimo anno. Le risorse messe a disposizione, per l'alto numero dei Comuni che fanno sperimentazioni di bilancio, non basteranno per tutti. Sanremo ha quindi fatto la scelta di non avere il prossimo anno i fondi di quest'anno, presupponendo erroneamente  che nel prossimo sia il saldo patto zero".  

"I sette milioni anticipati quindi non ci saranno nel 2014 - ha aggiunto - questo vuol dire che il patto di stabilità partirà da un aggravio di sette milioni che mancheranno. Il sindaco Zoccarato quando ha detto, con una grave affermazione, che sia stato premiato il Comune di Venezia perchè è governato dal Pd, dimostra di non riuscire a concepire che qualcuno possa collaborare per un interesse comune. Questo evidentemente perchè lui ritiene che in politica sia corretto punire i nemici ed aiutare gli amici. Il sindaco invece di gestire da solo le cose, avrebbe dovuto coinvolgere tutti i partiti politici".

"Capisco che la pratica venga difesa a livello tecnico, ma ricordo che oltre ad essere tecnici noi siamo politici - ha detto il capogruppo del Pdl Giuseppe Sbezzo Malfei - è chiaro che la mia posizione si dibatte, perchè i miei piccoli poteri di consigliere comunale sono stati completamente esautorati. E' stato detto per giusta causa, ma è anche vero che questa pratica non nasce in un giorno, ma sarà stata esaminata con attenzione per la sua importanza. Per questo ho un po' di rammarico. La Rai ci vincola in questa convenzione, dicendo che se cambia qualcosa salta tutto".

"Da parte mia - ha proseguito il capogruppo del Pdl - c'è l'apprezzamento al sindaco, che ha cercato in tutti i modi di salvare il bilancio 2013, ma svolgendo il suo ruolo si poteva rapportare un po' di più. Sono combattuto sulla nuova convenzione, dove è anche strano contrattualmente che ci sia un continuo decremento nei tre anni. Quando le pratiche sono così veloci e dovute alle necessità, non si ha mai la possibilità di avere un termine di valutazione certo. Io sapevo che la pubblicità del Festival fruttava 30 milioni di euro, a fronte dei 7 dati al Comune, ma devo ora credere all'assessore Lolli quando dice che la Rai riesce ad andare a pari. Per quel che riguarda invece la vicenda dell'avvocato che ha seguito questa pratica, ho chiesto una relazione dettagliata. Voterò favorevolmente la pratica, pur con i vizi evidenziati, ma che non si ripeta mai più".

"Noi avevamo dato disponibilità a discutere in consiglio anche durante le vacanze - ha incalzato dall'opposizione Alessandro Sindoni - Il Comune invece, non essendo giunto un decreto romano, ha voluto correre dalla Rai, notoriamente non amica, che lo ha aspettato a bocca aperta. Sapendo già che era difficile rispettare il patto di stabilità, bisognava affrontare la questione prima in consiglio comunale. Ci sarebbe infatti stato tutto il tempo per dettare anche noi qualche condizione contrattuale. I sette milioni sono stati presi, ma mancheranno negli anni successivi. Questa pratica ha rovinato per parecchi anni il Comune di Sanremo".

"Bisogna stare attenti ai vari passaggi sulla cessione del marchio. Come ho già detto, riferendomi alla pubblicità di Castrocaro, ho il timore che il Festival possa essere portato via da Sanremo. Un avvocato di Roma, che ha seguito questa trattativa, ha fatto una causa al comune per 200 mila euro - ha concluso Sindoni - Servono però atti amministrativi per affidare un incarico di questo tipo".

"Il sindaco si è perso la responsabilità di andare a Roma e fare una convenzione, ratificata dalla giunta, e oggi siamo qui per approvarla anche in consiglio - ha detto il consigliere del Pdl Paolo Leuzzi - Io vorrei sottolineare che in passato è stato sempre il sindaco a trattare le convenzioni, di qualsiasi colore politico. E' sicuramente difficile trattare con la Rai, che a volte ha anche assunto atteggiamenti minacciosi sul fatto di spostare il Festival a Roma. Ritengo che la scelta della Rai sia positiva, anche perchè è un Ente italiano ed è pubblico quindi soggetto a controllo. Non mi scandalizza quindi il fatto che il sindaco abbia firmato la convenzione. Abbiamo incamerato soldi e garantito il Festival per tre anni. Sanremo ha bisogno del Festival. Verificheremo che si svolga tutto nella regolarità assoluta anche a vantaggio della realtà economica locale. Questa - ha concluso - è stata un'operazione positiva per la città".

"Sicuramente non mi sarei aspettata uno spot negativo del Festival, da chi invece dovrebbe tenere alta la considerazione della trasmissione, che è la più vista di tutto l'anno - ha replicato la consigliera d'opposizione Daniela Cassini - E' sbagliato fare paragoni con Miss Italia, perchè è un evento che invece da anni registrava cali di incassi. Il sindaco è un attuatore degli indirizzi del consiglio comunale, quindi con il comportamento tenuto è pacifico che siano state violate le prerogative dell'assise. Questo sia per la  modifica della convenzione in corso e sia per la stipula della nuova 2015/2017. Inoltre non c'era neanche fretta, in quanto la scadenza di quella attuale era fissata al 31 dicembre del 2014, quindi avremmo potuto fare il rinnovo dopo la prossima edizione. C'è stato un aggiramento volontario e delittuoso verso il consiglio comunale, perchè il 17 dicembre invece di fare gli indirizzi in giunta, si sarebbe potuto aggiungere alla seduta già convocata un ordine del giorno. La pratica contiene inoltre condizioni capestro. Questo documento espropria la città del marchio Festival della Canzone Italiana - Festival di Sanremo".

"Sul piano politico lo posso anche giustificare il sindaco, essendo messo alle strette da una legge assurda che avrebbe causato danni enormi alla città - ha detto Marco Lupi in qualità di consigliere del gruppo dei Sanremesi - ma come presidente del consiglio non posso accettare che sul piano istituzionale l'assise venga scavalcata. Quindi, per questo problema istituzionale, non posso votare favorevolmente la pratica".

"Anche se posso essere d'accordo con qualche concetto previsto negli emendamenti - ha detto in chiusura Giuseppe Sbezzo Malfei (Pdl) - Sono nella difficoltà di votarli perchè, non potendo modificare nulla, si rischierebbe di inficiare un documento con un aggravio sulla situazione di bilancio 2013. Raccomando al sindaco di verificare se in futuro ci sia la possibilità di una modifica dei pagamenti, magari anticipando ogni volta di un anno, per discuterne poi in consiglio comunale".

Al termine la pratica è stata approvata, mentre tutti gli emendamenti sono stati respinti.

Federico Marchi